Fedriga visita le caserme dei profughi: "Situazione allarmante per il territorio"

Udine, il parlamentare della Lega Nord in visita alla Cavarzerani e alla Friuli: "Bisogna ringraziare chi sta tenendo tutto sotto controllo, ma i numeri sono al di sopra della capacità di accoglienza"

UDINE. «Bisogna ringraziare chi sta tenendo sotto controllo una situazione oggettivamente allarmante. I numeri sono sopra ogni capacità di accoglienza per il nostro territorio. Gli stranieri arrivati in città non sono persone scappate dalla guerra, ma clandestini di 25-26 anni».

Le parole sono del parlamentare e segretario regionale della Lega Nord Massimiliano Fedriga, che questa mattina ha voluto conoscere di persona la situazione in cui versano due ex caserme cittadine in cui sono ospitati i richiedenti asilo: 870 alla  Cavarzerani e 160 alla Friuli.

All’interno delle due ex strutture militari è potuto entrare solamente il parlamentare, mentre l’assessore provinciale Elisa Asia Battaglia, che lo accompagnava, è dovuta rimanere fuori. Questo perchè, «in base a una legge del 2015 – ha spiegato piccata Battaglia – serve una autorizzazione del Ministero per entrare nelle strutture di accoglienza, se non si è parlamentare o europarlamentare. Evidentemente non basta il ruolo pubblico che ricopro».


Fedriga, al termine dell’ispezione, ha riferito di aver visto una situazione sotto controllo, pur nella drammaticità che comporta l’alto numero di ospiti presenti. Accompagnato dal responsabile e dai volontari della Croce Rossa e da una dirigente della Prefettura, il parlamentare delle Lega Nord ha fatto un giro prima nella struttura di accoglienza di via Cividale, poi è andato a conoscere l’altra realtà in cui sono ospitati i profughi, l’ex caserma Friuli.

«L'assessore regionale Gianni Torrenti ha annunciato ulteriori trasferimenti? Questo va bene – ha detto l’esponente della Ln  –, ma non è sufficiente se poi ne arrivano tanti quanti sono quelli andati via. Se non controlliamo i confini terrestri, così come sta facendo l'Austria, la situazione non migliorerà mai. Sì all’accoglienza soltanto per chi scappa dalla guerra o è un perseguitato politico, altrimenti non si entra».
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