Federica la “calzolaia”: «Siamo allo stremo Gli aiuti? Solo briciole»

sacile
Da dieci clienti al giorno a uno, quando va bene: Federica Coan è la calzolaia sacilese che fa i conti sul costo della pandemia.
«Prima del Covid il mio laboratorio artigianale garantiva uno stipendio sicuro – racconta –. La pandemia blocca i clienti e le spese di affitto, tasse e Inps sommano circa mille euro al mese: vanno a rosicchiare i risparmi». I ristori sono gocce nel mare delle spese: 600 euro nel 2020.
«La Regione ha dimenticato i calzolai nei contributi – segnala Federica a nome della categoria –. L’appello è quello di non dimenticare il nostro settore artigianale, che offre servizi di grande qualità».
Federica ha 56 anni e da otto anni ha lasciato la scrivania di impiegata: con il collega calzolaio Luca Dan conferma la crisi dei piccoli artigiani. «Dopo il lockdown del 2020 non ho più ripreso il giro di clientela che con fatica negli anni mi ero costruito – aggiunge Dan –. Attingendo ai risparmi abbiamo dovuto – e parlo al plurale perché in famiglia ci sono quattro calzolerie – investire in attrezzature nuove, componenti migliorative e materie prime adatte alla riparazione».
L’obiettivo per salvare il fatturato è stato quello di aumentare i servizi. «Ci siamo iscritti a innumerevoli webinar e corsi di formazione per entrare nel settore della tappezzeria – sottolinea Dan –. Dalla calzoleria alle nuove creazioni, non ci arrendiamo e con un servizio polivalente, pazienza e “piedi di piombo” sfidiamo la pandemia. Con il motto: resistere».—
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