Evasione fiscale, arrestato il re della lap dance

Stefano Caserta gestiva il Parco delle Rose di Pozzuolo. Oltre alla frode fiscale i finanzieri hanno scovato 400 lap dancer irregolari

UDINE. Utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, ricavi per tre milioni di euro non dichiarati, 850 mila euro di evasione di Iva e 750 mila di imposta sugli intrattenimenti dal vivo, 400 lavoratori irregolari, perlopiù lap-dancer dell’Est Europa. Sono le accuse che hanno portato in carcere Stefano Caserta, 50 anni, amministratore di fatto delle società gestrici del «Parco delle Rose» di Pozzuolo del Friuli, dove risiede, e, sino al 2012, del Mille lire di Zoppola. Il gip ha ravvisato il pericolo di fuga.

Contestualmente all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare, sono stati sequestrati 28 immobili, due terreni, conti correnti bancari e opere d’arte riconducibili all’imprenditore dei locali notturni friulani. Altre 26 persone, tra cui l’amministratore di diritto delle società, sono state iscritte sul registro degli indagati, a vario titolo, per l’ipotesi di reato di emissione di fatture per operazioni inesistenti.

L’indagine della guardia di finanza di Pordenone era cominciata nel 2012 con un accertamento al Mille lire di Zoppola. Le fiamme gialle della Compagnia, al comando del capitano Olga Bianchi, accertarono che la maggior parte dei pagamenti dei clienti – provenienti da tutto il Nordest Italia, da Friuli a Veneto, da Trentino sino alla Lombardia – al privè avvenivano “in nero”: il rilascio di documenti fiscali, in sostanza, era, secondo l’accusa, una rarità.

Dall’accertamento, inoltre, emerse che la società riconducibile a Stefano Caserta, si sarebbe avvalsa di 25 fornitori che avrebbero emesso fatture fittizie per abbattere i ricavi. In tre anni, ha quantificato la guardia di finanza, non sarebbero stati dichiarati al fisco tre milioni di euro, per una evasione di Iva pari a 850 mila euro e 750 mila euro di imposta sugli intrattenimenti dal vivo (Isi) non versati.

Con la direzione territoriale del lavoro di Pordenone, inoltre, i controlli sono scattati anche sul personale. Mentre l’imprenditore friulano di origini bolognesi cedeva la gestione del Mille lire di Zoppola, lo stesso anno dell’accertamento fiscale, i finanzieri rinvenivano documenti che riconducevano a lui anche la gestione del Parco delle Rose di Pozzuolo del Friuli, identificato dalla Procura come amministratore di fatto, locale dove è stato avviato, di conseguenza, il secondo accertamento. In tutto, quattrocento persone inquadrate irregolarmente nel tempo, lavoratori a chiamata senza contributi, al 90 per cento ragazze intrattenitrici provenienti dall’Est Europa, ma anche baristi, disc jockey, buttafuori e personale addetto ad altre mansioni nei due locali.

Chiusa la verifica relativa agli anni 2009-2012, il pubblico ministero Federico Facchin ha chiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari Piera Binotto il sequestro per equivalente di 28 immobili, tra case, appartamenti (molti affittati) e garage, e due terreni, beni riconducibili all’imprenditore friulano dislocati tra Pordenone, Milano, Bologna, Ferrara, Treviso e Trieste, nonché opere d’arte e conti correnti bancari, per un valore complessivo di un milione 260 mila euro.

Inoltre, stante il pericolo di fuga dell’indagato, che disponeva di molti contatti con la Bulgaria, il gip ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, eseguita nella notte tra martedì e mercoledì.

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