Estintori con il trucco, frode da 5 milioni: chi sono gli indagati e chi le vittime

Udine: nei guai tre ex amministratori, un consulente e un responsabile tecnico della Fe, impianti antincendio Cervignano
Bumbaca Gorizia 10.10.2019 Guardia di Finanza, operazione Fuoco amico © Foto Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 10.10.2019 Guardia di Finanza, operazione Fuoco amico © Foto Pierluigi Bumbaca

La truffa degli estintori in Fvg: il video della Guardia di finanza

UDINE. Sul bando di gara si impegnavano a revisionare gli estintori presenti negli enti pubblici di mezza regione, dagli ospedali alle scuole materne e dalle carceri alle questure, ma poi, all’atto pratico, si guardavano bene dal provvedere alla sostituzione delle polveri estinguenti, incamerando ugualmente la somma pattuita con il cliente, con tanti saluti alla successiva scadenza.

La truffa degli estintori in Fvg: ecco come è stata scoperta
Bumbaca Gorizia 10.10.2019 Guardia di Finanza, operazione Fuoco amico © Foto Pierluigi Bumbaca

La “Fe Friuli Estintori srl” di Cervignano del Friuli, prima del recente cambio di proprietà, lavorava così. E lo faceva un po’ dappertutto, replicando all’infinito l’inganno e, con esso, anche i guadagni.

Compresi quelli che le venivano corrisposti per lo smaltimento delle vecchie polveri: operazione, questa, a sua volta concordata, nero su bianco, ma ovviamente disattesa.

Carte alla mano, la Guardia di finanza di Gorizia, che ha condotto le indagini sotto il coordinamento della Procura di Udine, ha calcolato in 5 milioni di euro il vantaggio economico realizzato dall’azienda nel periodo monitorato.

La truffa degli estintori, l'azienda coinvolta: «L’inchiesta ci ha fatto migliorare»

E cioè dal 15 gennaio 2015, quando un dipendente decise di denunciare quell’andazzo, al 16 febbraio 2018, quando l’attività di osservazione con le telecamere installate nell’officina, fu ritenuta esaurita e ci si preparò a procedere con le perquisizioni.

Le accuse

Nel tirare le fila dell’inchiesta, il pm Marco Panzeri, titolare del fascicolo, ha ipotizzato i reati di concorso in frode nelle pubbliche forniture, truffa e rimozione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro a carico di cinque persone, ciascuno in relazione al ruolo svolto nell’azienda all’epoca dei fatti contestati.

Si comincia dagli allora vertici, e cioè da Luciano Gonnelli, 79 anni, di Cervignano, presidente del Consiglio d’amministrazione fino al 31 luglio 2017, Silvia Del Stabile, 75, di Cervignano, prima consigliere d’amministrazione e, dal 1° settembre 2015 al 31 marzo 2018, vice presidente, e Alberto Minon, 45, di Cervignano, subentrato a Gonnelli nella presidenza e, in precedenza, anche amministratore delegato.

Nei guai anche Fabio De Cassan, 61 anni, di Martellago (Venezia), consulente con mansioni di direttore generale dell’azienda dal settembre 2013, e Paolo Puntin, 46, con domicilio dichiarato a Terzo d’Aquileia, che della Friuli Estintori era il responsabile tecnico. A tutti è stato notificato in questi giorni l’avviso di conclusione delle indagini preliminari.

Sanzione alla società

L’iter giudiziario ha proceduto di pari passo con un cambiamento radicale nel management dell’azienda. Un percorso a binario unico e marce forzate, che ha permesso di approdare alla definizione, quasi a costo zero, della posizione della Friuli Estintori, inizialmente a sua volta iscritta sul registro degli indagati in virtù del decreto legislativo 231/01 sulla responsabilità amministrativa delle società.

Assistita dall’avvocato Luca Ponti, l’azienda ha dapprima scampato il pericolo di finire sottoposta a una qualche misura cautelare, con il doppio impegno a richiamare e revisionare correttamente, sotto il controllo della Finanza, quasi 24 mila estintori, e a sostituire immediatamente l’organo di gestione con nomi e volti nuovi.

Poi, ottenuta linfa nuova dall’ulteriore avvicendamento ai vertici, conseguente all’acquisizione dell’azienda da parte della Gsa - Gruppo servizi associati spa, il 30 luglio scorso, il cerchio si è chiuso davanti al gup del tribunale di Udine, Emanuele Lazzàro, con l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria di 7.244 euro. Naturalmente, previa consenso del pm.

Il procuratore

«Il ravvedimento operativo della società per la responsabilità amministrativa dell’impresa – ha commentato il procuratore Antonio De Nicolo – è molto significativo». Ora, però, tocca alle persone fisiche e su questo ogni commento risulterebbe prematuro.

Le parti offese

Lungo l’elenco degli enti indicati dalla Procura come parte offesa del procedimento. In cima, la sfilza delle amministrazioni comunali: 28 in provincia di Udine, 5 di Pordenone e 12 di Gorizia. A seguire, la Provincia di Udine e, tra gli altri enti, due Azienda sanitarie, la Prefettura di Udine, la Questura e il tribunale di Pordenone, il carcere di Gorizia, due scuole materne, l’Enaip Fvg, l’Inps, l’Agenzia delle dogane e la Cri.—
 

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto