La truffa degli estintori in Fvg: ecco come è stata scoperta

GORIZIA. Un illecito documentato con quattro mesi di intercettazioni ambientali. Le riprese video hanno appurato che gli operai si adeguavano alla direttiva aziendale di non procedere al cambio della polvere e che i macchinari di aspirazione e inserimento della stessa erano quasi sempre spenti o utilizzati sporadicamente.
La frode nelle forniture – ha evidenziato la Guardia di finanza nella conferenza stampa di Gorizia – è stata anche provata sul piano contabile confrontando, per ogni anno, gli acquisti di polvere estingiente, le rimanenze e il numero di estintori “revisionati” moltiplicato per le capacità degli apparati restituiti ai clienti.
A fronte di un fabbisogno annuale medio di circa 80 mila chilogrammi di polvere, è emerso che l’azienda provvedeva all’acquisto di soli 4 mila chili di materiale. La polvere veniva impiegata per rifornire i soli estintori esausti, cioè utilizzati totalmente o in parte.
Ecco perché, secondo i calcoli delle fiamme gialle, il vantaggio economico che l’azienda indagata ha realizzato nel periodo preso in esame è stato di circa 5 milioni di euro (300 mila l’anno). Il conto viene dalla somma di diverse voci: la polvere estinguente fatturata ma non sostituita, il fittizio smaltimento della stessa addebitato ai clienti e i risparmi sulla manodopera, sui consumi, dei macchinari e sui tempi di revisione.
Nel corso delle indagini – ha spiegato la finanza ai giornalisti –, numerosi dipendenti e manutentori hanno ammesso di conoscere la fraudolenta prassi aziendale, imposta dagli allora amministratori, in uso in azienda da decenni e prima della loro assunzione, ma di non aver mai denunciato nulla per timore di perdere il posto di lavoro.
«A prescindere dalle immagini, il quadro probatorio era inconfutabile – ha spiegato il tenente Daniele Leonetti –. Dopo il nostro intervento, di fronte all’evidenza, l’azienda ha deciso di intervenire e richiamare gli estintori, cliente per cliente. Anziché chiudere e scappare, ha riparato alla frode salvando 60 posti di lavoro».
Prima però, come è stato accertato, uffici pubblici di livello e privati, scuole, università, caserme, supermercati, bar, ristoranti, condomini, aziende di ogni genere e tipo: per anni la sicurezza di migliaia di persone e di luoghi di lavoro è stata a rischio perché, nel corso dei previsti collaudi, le polveri degli estintori non venivano sostituite.
I contenitori venivano aperti, revisionati e richiusi, senza però cambiare – come previsto dalla normativa – il materiale antincendio. In caso di necessità, i dispositivi avrebbero potuto risultare inefficienti perché, se la polvere si fosse compattata, nella migliore delle ipotesi, l’erogazione sarebbe stata difficoltosa.
Le indagini hanno avuto un arco temporale andato dal 2005 al 2018. Ora sono stati notificati gli avvisi di conclusione delle stesse. —
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