È arrivato il risultato dei tamponi negli ospizi di Cividale e Lovaria: il contagio si è fermato

Verifiche su 200 dipendenti della struttura a Cividale che sono risultati negativi. Rimane stabile la situazione dei 230 ospiti. Dopo un mese e mezzo di agonia, tra decessi e decine di positivi al Covid-19, la casa di riposo di Lovaria fa finalmente segnare la scomparsa del virus tra ospiti e operatori

QUI CIVIDALE

Il secondo tampone cui sono stati sottoposti i dipendenti della Casa per anziani di Cividale, circa 200, ha dato gli esiti sperati: «Tutti sono risultati negativi», informa la presidente del Cda dell’Asp, Piera Beuzer, anticipando che un terzo test è in programma per il 30 aprile.

Anche in quella data lo screening interesserà solo il personale: la negatività accertata dei quasi 230 ospiti e la completa assenza, fra loro, di persone con sintomi sospetti hanno indotto a limitare il monitoraggio agli operatori.

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«I referti sono una bella conferma – commenta la presidente –: ora siamo più tranquilli, fermo restando che la guardia non va abbassata. Continueremo a seguire scrupolosamente le misure adottate finora, che hanno rivelato la loro efficacia».

Sollievo viene manifestato dal sindaco Balloch, che pone l’accento sulla fondamentale importanza dei protocolli seguiti dalla struttura sin dall’inizio dell’emergenza: «Si proseguirà su questa strada – assicura –, mantenendo sempre altissimo il livello dell’attenzione, a tutela degli anziani e del personale che li assiste».

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Udine 18 Aprile 2020. Emergenza Coronavirus. Ragazza che fa footing. © Foto Petrussi

La situazione ha permesso ai vertici dell’Asp di ammorbidire, pur con estrema cautela, le misure di sicurezza: «Da questa settimana – rende noto la direttrice Nicoletta Tofani – gli ospiti che sono in grado di muoversi possono essere accompagnati in giardino per salutare, al di là della recinzione, i loro familiari».

I parenti restano all’esterno delle pertinenze della struttura, dunque, ma hanno finalmente la possibilità, dopo un lungo periodo, di vedere di nuovo i propri cari, pur separati da una ringhiera. Nelle scorse settimane, invece, era stato attivato un servizio di videochiamata.

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«I riscontri ci sono stati da subito – conferma la direttrice –, tant’è che poco dopo aver avviato l’esperienza abbiamo incrementato il numero dei tablet a disposizione per il servizio, per poter soddisfare tutte le richieste».

Nel frattempo presidenza e dirigenza dell’Azienda di servizi alla persona hanno iniziato a ragionare sul post-emergenza, ovvero sul momento in cui, per quanto gradualmente, si potrà riaprire la Casa alle visite dei parenti degli ospiti. Per continuare a tutelarli bisognerà infatti studiare una serie di accorgimenti, che verranno delineati nel giro di breve tempo e dei quali sarà data puntuale informazione. –

 QUI PRADAMANO

«La Muner De Giudici è libera». Con questo messaggio il sindaco di Pradamano, Enrico Mossenta, ha comunicato che dopo un mese e mezzo di agonia, tra decessi e decine di positivi al Covid-19, la casa di riposo di Lovaria fa finalmente segnare la scomparsa del virus tra ospiti e operatori. L’incubo è finito, «ma – avverte il primo cittadino – nessuno pensa minimamente di abbassare la guardia».

Venerdì 24 è arrivato l’esito degli ultimi tamponi che l’Azienda sanitaria ho svolto in tutto questo periodo a intervalli regolari. E per la prima volta sono risultati tutti negativi.

Del nucleo di anziani ospiti che era stato isolato, una ventina in tutto sui totali 78, nessuno presenta più alcun segno del virus. Hanno vinto la loro personale battaglia contro il Covid anche degli anziani quasi centenari. Anche i nove dipendenti (sui circa 50 totali), tra infermieri e operatori sociosanitari, che erano stati contagiati, ora sono negativi e quasi tutti rientrati al lavoro.

A fronte di questa situazione positiva, commenta Mossenta, «insieme alla comunicazione dell’esito dei tamponi è arrivato anche un messaggio personale del direttore del distretto, Canciani che ha raccomandato di mantenere in via prudenziale tutte le misure fin’ora adottate. Comunque, se pur chiuso questo capitolo, l’azienda ha garantito che verrà mantenuto il monitoraggio degli operatori».

Le misure di restrizione e chiusura verso l’esterno vengono comunque confermate e i parenti degli ospiti dovranno continuare ad aspettare che passi l’emergenza generale prima di poter vedere i propri cari.

«La perdita di cinque persone in queste settimane, quasi tutti a causa del coronavirus – commenta il sindaco – ci ha certamente segnati. Questo periodo è stato molto intenso per tante persone, alle quali va il mio ringraziamento e quello della comunità.

Un grazie a tutto il personale che opera nella casa di riposo, a partire dalla direttrice Fabrizia Titton, ai tre infermieri dell’Azienda sanitaria che hanno sopperito alla mancanza del personale contagiato, alla dottoressa Jennifer Patriarca, presente ogni giorno per seguire il nucleo di positivi.

E ancora al direttore della Clinica Malattie Infettive di Udine, Carlo Tascini, all’ex direttore del pronto soccorso di Udine, Rodolfo Sbrojavacca, un grazie ancora a tutto il distretto sanitario udinese e al direttore Luigi Canciani». Accanto a queste persone, ricorda Mossenta che si è messa in moto anche una catena della solidarietà con donazioni arrivate da imprenditori e privati.

«Imprese del territorio ma anche fuori comune che hanno donato mascherine e dispositivi di sicurezza come la Frag srl, il Bricofer, Pmp srl, Lens e Pellets, Danplast srl, Domovip e Il Pallino del ricamo. E infine una donazione di 10mila euro fatta alla fondazione Muner da parte di un parente di un ospite. È stato commovente vedere tutta questa solidarietà». —


 

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