Quattro lunedì per superare il lockdown: dalle industrie ai parrucchieri, ecco il calendario delle riaperture

Le ipotesi per il ritorno alla normalità: entro fine maggio la ripresa anche per parrucchieri e saloni di bellezza

UDINE. Maggio sarà il mese in cui assaggeremo la normalità a piccoli morsi. Che avranno il sapore di un caffè al bar, di un manicaretto cucinato dal nostro ristoratore di fiducia. E i colori di quel vestito che finalmente riusciremo a provare. Un accenno di normalità, appunto: perché le giornate saranno scandite ancora dal ritornello del distanziamento sociale, delle mascherine da indossare, dagli assembramenti da evitare. Ma per più di centomila friulani sarà anche il momento del ritorno a lavoro, dopo quasi due mesi di stop e i legittimi timori per la tenuta dell’economia.

27 aprile: riparte l'industria delle macchine agricole
Il governo sta mettendo a punto in queste ore il calendario delle riaperture: sarà definitivo entro il fine settimana, perché già dall’inizio della prossima qualcuno potrà riaprire i cancelli e rimettere in moto le macchine, per tornare a produrre. Quattro lunedì, altrettanti scaglioni di riapertura. Lunedì prossimo toccherà alle fabbriche che si occupano della produzione di attrezzature e impianti per l’agricoltura e le attività forestali: sono 37 le aziende interessate in Friuli Venezia Giulia, per un totale indicativo di 325 addetti (stando alle tabelle più aggiornate dell’Istat).

4 maggio: edilizia tessile
Una settimana in più sarà necessaria per assistere al restart del comparto edilizio, richiesto a gran voce dalle associazioni di categoria: una ripartenza importante anche per l’indotto generato da un settore che conta in regione 26 mila addetti e 10 mila ditte. Il 4 maggio il governo potrebbe dare il nullaosta alla riprese delle attività anche per le aziende del tessile (171 in Fvg, con quasi 800 impiegati), quelle impiegate nel confezionamento di capi di abbigliamento (171) e nella fabbricazione di articoli in pelle (57).

11 maggio: riaprono i negozi
L’11 maggio sarà la volta dei negozi al dettaglio. Molti - dalle cartolerie alle agrarie, dalle librerie alle edicole, passando ovviamente per gli alimentari - hanno già riaperto o non hanno mai chiuso i battenti perché considerate attività essenziali. Questa fase della ripresa interessa così in particolare i negozi di abbigliamento e calzature, che potranno rialzare le serrande e ritrovare - con tutte le cautele del caso - i clienti lasciati esattamente due mesi prima. L’incognita è rappresentata dai centri commerciali, per i quali non è stata ancora fissata una data indicativa per la riapertura totale: oggi i mall sono aperti a singhiozzo, limitatamente alle attività autorizzate dai decreti.

18 maggio: bar e ristoranti, con tante restrizioni
Ulteriori sette giorni d’attesa per i locali pubblici: riapriranno bar e ristoranti, con ingressi rigorosamente contingentati e capienza ridotta: una data attesa da centinaia di migliaia di clienti e da più di 26 mila addetti, con oltre 6 mila esercizi interessati. Lo stesso giorno ripartiranno i saloni di bellezza e i parrucchieri, che più di altri dovranno rassegnarsi a prendere misure anti-contagio straordinarie: l’appuntamento sarà obbligatorio, soprattutto per evitare i rischi che si annidano nelle sale d’attesa. In regione ci sono 4 mila ditte del settore che aspettano di poter riaprire, con 8 mila lavoratori in attesa di riprendere in mano prodotti per la cura del corpo, forbici, rasoi, smalti.

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A woman wears a protective face mask aboard of a bus, Milan, Italy, 09 March 2020. ANSA/Marco Ottico


Chi resta fuori
Restano fuori dalla road map tracciata da Palazzo Chigi le attività sportive e quelle legate al mondo della cultura. E non è una sorpresa: per cinema e teatri andranno trovate soluzioni con le associazioni di categoria, con l’obiettivo di individuare le misure che consentano una riapertura contingentata. Stop a tempo indeterminato anche per discoteche e grandi eventi.

 

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