Duecento studenti in piazza contro le regole dell'alternanza scuola-lavoro

PISA. Oltre duecento studenti medi hanno manifestato nella mattina di venerdì 13 ottobre contro l’alternanza scuola-lavoro per gli istituti superiori, aderendo alla giornata di mobilitazione nazionale che coinvolge associazioni e collettivi studenteschi per "dire no alle derive dell'alternanza scuola-lavoro".
Dopo il concentramento in piazza Guerrazzi, il serpentone di manifestanti ha raggiunto piazza dei Cavalieri attraversando il centro storico, seguito da polizia e carabinieri. “Armati” di fumogeni, striscioni e cartelli, gli studenti rivendicano una scuola di "qualità" e "un’istruzione accessibile a tutti".
“Studenti sfruttati, lavoratori disoccupati”, recita, invece, lo striscione affisso sotto la sede della Camera di Commercio, per contestare un piano che, accusano i manifestanti, "dovrebbe assicurare formazione e che invece si è trasformato in uno sfruttamento di manodopera gratuita".
Alla manifestazione hanno aderito numerose sigle e collettivi studenteschi, il sindacato generale di base, Una città in comune e Rifondazione comunista.
In una nota, la Rete degli studenti medi di Pisa spiega di essere scesa in piazza "perché noi studenti e studentesse non viviamo più la scuola come un luogo di apprendimento e di aggregazione ma come un passaggio obbligato, perché il bel Paese non investe sulla formazione e sull’istruzione come principale motore di cambiamento e sviluppo, ne è un chiaro esempio la mancanza del diritto allo studio e l'alternanza scuola-lavoro". E poi, "la situazione critica in cui versano le scuole superiori di Pisa e provincia, come in moltissimi edifici scolastici in Italia, del resto, è del tutto emergenziale. Le condizioni delle strutture scolastiche che frequentiamo quotidianamente sono indice della considerazione che le istituzioni hanno della salute degli studenti e delle studentesse".
Per quanto riguarda l’alternanza scuola-lavoro, secondo gli studenti medi, "è spesso utilizzata come strumento di lavoro gratuito, senza diritti e garanzie di apprendimento con il rischio che diventi sfruttamento. Nonostante l’obbligatorietà dell’alternanza scuola lavoro, le esperienze offerteci non sono assolutamente in linea con i nostri percorsi formativi".
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