Donati gli organi dello scialpinista di Ovaro travolto da una valanga

La famiglia ha autorizzato l'espianto e i sanitari dell’ospedale di Udine hanno dato il via alla procedura

UDINE. La vita di Michele Fedele si è chiusa con un ultimo grande gesto di generosità: il dono degli organi. La famiglia ha autorizzato l'espianto e nel tardo pomeriggio di lunedì 6 febbraio i sanitari hanno dato il via alla procedura.

Si è conclusa così la sofferta vicenda dello scialpinista di 41 anni, di Ovaro, che sabato era stato travolto da una valanga staccata dal gruppo del Canin, a Sella Nevea.

Già nelle notte di domenica le sue condizioni si erano aggravate a tal punto da rendere impossibile un diverso decorso.

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Il 41enne di Ovaro sabato si trovava con sei scialpinisti quando è stato travolto dalla slavina.

I sei sciatori, tra cui Fedele, Chiavedale, Bruno Solari, Maurizio Mainardis e Luca Polo, erano partiti alle 8.30 da Tolmezzo.

Lungo il percorso, a quota 2200 metri, prima di iniziare la traversata che collega lo sperone del Medon a sella Prevala, avevano incontrato altri due che come loro volevano arrivare a sella Prevala.

Fedele e Chiavedale, i più veloci, erano davanti, seguiti dai quattro tolmezzini e qualche metro più indietro gli altri due.

Alle 11.30 sono stati sorpresi dalla valanga che ha travolto Fedele e Chiavedale. Attrezzati al meglio, negli zaini avevano anche gli apparecchi Artva, i compagni li hanno sottratti entrambi dalla neve praticando le azioni di autosoccorso. Compreso il massaggio cardiaco.

Sopra Fedele il manto superava i due metri di altezza. Sul posto sono intervenute le squadre della polizia, della Guardia di finanza di Sella Nevea con un operatore cinofilo, del Cnsas (soccorso alpino) di Cave del Predil e di Moggio Udinese, i vigili del fuoco di Tarvisio e Tolmezzo e gli operatori di Promoturismo.

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