Dolore a Gemona per la morte di Aita

GEMONA. Ancora non è stata fissata la data del funerale di Riccardo Aita, 55 anni, il noto imprenditore gemonese morto domenica scorsa mentre stava facendo un'escursione con alcuni amici sullo Jôf Fuart, da dove è precipitato per circa 300 metri dalla parete di Cime Castrein, fra le due forcelle Lavinal dell'Orso e Mosè.
Una disgrazia, quella di Aita, che non permesso a nessuno di fare niente, nonostante sul posto siano subito stati chiamati i soccorsi tramite la polizia di Coccau-Thorl Manglern e il soccorso alpino del Cnsas di Cave del Predil e la Guardia di Finanza.
Dalla tarda mattinata di domenica la voce della scomparsa di Riccardo Aita è subito circolata nel Gemonese dove l'uomo era molto conosciuto. A Gemona, in particolare, Riccardo Aita, che lascia la moglie Gina e la figlia Paola, era personaggio noto soprattutto per la sua attività di meccanico e rivenditore Fiat, che svolgeva assieme al fratello Renato, con il quale gestiva la storica autofficina Aita situata sulla statale 13 in Campagnola, ereditata dal padre Gianfranco Aita che già era operativo nella sede di Ospedaletto prima del terremoto del 1976.
Anche a Osoppo, Riccardo Aita era molto conosciuto per il suo impegno nella vita sociale della cittadina, dove, tra l’altro, aveva collaborato anche con la Parrocchia e il Comune per l'organizzazione dei centri estivi dei ragazzi. Riccardo Aita era anche presidente dell'associazione Macuglia, una realtà che si è sempre occupata della promozione dell’attività sportiva tra i più giovani e che ha gestito la piscina comunale e alcuni spazi del centro polifunzionale di Osoppo.
Oltre all'impegno nel lavoro e nel volontariato, Riccardo Aita aveva una grande passione per la montagna e da diversi anni era iscritto al Cai di Gemona. (p.c.)
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