Danieli, valzer delle statue da Bertoli al Forgiatore

Il monumento del pioniere della siderurgia friulana spostato da Buttrio a Cargnacco Al suo posto la scultura di un fabbro svedese. Benedetti: due storie di forza umana

BUTTRIO. Due storie simili di forza umana e di passione. Una friulana e l’altra svedese, entrambe del 1800, all’epoca della prima rivoluzione industriale.

All’ingresso dell’azienda Danieli di Buttrio ad accogliere le maestranze e i visitatori non c’è più, da qualche mese, la statua di Rodolfo Bertoli, pioniere quasi due secoli orsono della siderurgia udinese, oggi posizionata nella sua sede più consona, all’Abs (Acciaierie Bertoli Safau) di Cargnacco, ma la scultura di un fabbro svedese che operava nel Paese scandinavo nel lontano 1856, anno di fondazione della Danieli Mh Morgardshammar, impresa specializzata nella lavorazione di impianti di laminazione per prodotti lunghi.

A realizzarla con l’antico metodo della fusione a cera persa è stata la fonderia artistica Stefan di Carbonera, in provincia di Treviso, che si è avvalsa della collaborazione dello scultore Ettore Greco, che vive e ha il suo studio a Padova e ha la cattedra di insegnamento all’Accademia di Foggia.

Dal peso di 950 chilogrammi, ci sono voluti sei mesi per realizzarla con l’antico metodo della fusione a cera persa. Prendendo come esempio l’originale, alto 20 centimetri, la scultura è stata plasmata in creta servendosi di una tonnellata di materiale argilloso.

Per fare ciò è stato costruita prima di tutto un’armatura in ferro rivestita di rete metallica e quindi ricoperta di creta morbida che per essere modellata è sempre stata tenuta bagnata e coperta. Sono stati, quindi, eseguiti gli stampi su questa sagoma per riprodurre un modello in cera.

Le forme della statua sono state eseguite in terra refrattaria e quindi, una volta riviste nei dettagli, sono state cotte in forno per far sciogliere le cera. Tolte le forme dal forno sono state poste in una buca di cemento e pressate con una terra umida per contenere la pressione del bronzo.

Contemporaneamente si è provveduto a colare il metallo nel forno fusorio, circa 350 chilogrammi, portato a 1.150 gradi. Trasportato tramite crogiuolo incandescente sopra la forma da colare, il bronzo è stato versato fino al completo riempimento.

Infine, si è proceduto alla rifinitura e all’assemblaggio e alla levigatura e alla lucidatura.

«Quella di Bertoli e del forgiatore sono due storie simili: una a Udine e l’altra in Svezia – spiega il presidente del gruppo Danieli, Gianpietro Benedetti –, entrambe nate su due corsi d’acqua, entrambe legate a una forza pionieristica ed innovativa».

«Si tratta di due storie – aggiunge il presidente Benedetti – di forza umana, di lavoro, di impegno che hanno contribuito allo sviluppo e al benessere sociale. Sono esempi positivi e di grande motivazione per il team Danieli, nel tentativo di dare continuità a quanto hanno rappresentato queste due figure nel mondo, cercando di portare avanti il testimone al meglio delle possibilità di chi lavora all’interno del nostro gruppo».

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