Corsie d’emergenza e vie di fuga: ecco cosa non va nelle gallerie della A23

Tredici tunnel su quindici non adeguati alle norme antincendio. Lavori avviati a Dogna, Clap Forat e Tarvisio
Tarvisio 10 gennaio 2020 Cartelli vlap forat e dogna A23 ©Foto Petrussi
Tarvisio 10 gennaio 2020 Cartelli vlap forat e dogna A23 ©Foto Petrussi

Viaggio sulla A23: ecco cosa non va nelle gallerie

UDINE. Anche le gallerie dell’A23, l’autostrada che collega Udine a Tarvisio, sono finite nella lista nera del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Tredici tunnel su 15 devono essere sottoposti a lavori di adeguamento antincendio così come stabilisce la direttiva emanata dall’Unione europea nel 2004, dopo l’incendio che interessò il traforo del Monte Bianco.

Terza corsia, si demolisce il cavalcavia sulla direttrice Udine-Trieste, a Palmanova

I lavori sono già stati appaltati e saranno completati entro l’anno. Al momento sono chiuse al traffico le gallerie Clap Forat e Dogna in direzione Udine: il traffico è stato deviato nell’altra carreggiata. Cantiere aperto anche alla galleria Tarvisio situata a pochi chilometri dal confine austriaco. Qui si viaggia regolarmente in entrambe le direzioni.

Appalti truccati per oltre un miliardo di euro, ponti e viadotti costruiti con materiale scadente: indagate aziende tra il Friuli e il Veneto. Bottillo (Gdf): "Una metastasi"
La conferenza stampa della Gdf a Gorizia


Il caso

Tutto è partito dal dossier inviato prima del crollo nella galleria Bertè sulla A26, dal Consiglio superiore dei lavori pubblici al Ministero dei trasporti (Mit), ad Autostrade, al Dipartimento dei vigili del fuoco e ai Provveditorati alle opere pubbliche.

I TUNNEL NEL MIRINO

  • Da sud a nord: Lago al km 56
  • Campiolo km 66
  • Moggio Udinese km 70
  • Zannier km 76
  • Raccolana km 80
  • Dogna km 82
  • Clap Forat km 84
  • Pietratagliata km 86
  • Pontebba km 90
  • Pagonia km 100
  • Spartiacque km 108
  • Tarvisio km 112
  • San Antonio km 116

In quel dossier sono elencati tutti i tunnel lunghi più di 500 metri carenti dal punto di vista delle norme antincendio, in alcuni casi privi di impermeabilizzazione, sistemi di sicurezza, corsie di emergenza e vie di fuga.

Nell’elenco troviamo i 13 dei 15 tunnel presenti da sud a nord lungo la A 23: Lago (al km 56), Campiolo (km 66), Moggio Udinese (km 70), Zannier (km 76), Raccolana (km 80), Dogna (km 82), Clap Forat (km 84), Pietratagliata (km 86), Pontebba (km 90), Pagonia (km 100), Spartiacque (km 108), Tarvisio (km 112) e San Antonio (km 116).

Noi le abbiamo percorse tutte e accertato che in tre tunnel Tarvisio, Clap Forat e Dogna, i lavori sono in corso con, negli ultimi due casi, il traffico deviato nell’altra carreggiata in direzione Udine. Inutile dire che nella galleria a due corsie, con una minima area di emergenza spesso occupata dai cartelli che segnalano i lavori in corso e indicano i limiti di velocità, è richiesta massima prudenza.

Come detto, i lavori si sono iniziati anche nella galleria Tarvisio, a ridosso del confine di Stato, e in un altro tunnel dove gli operai stanno realizzando i canali di scolo per il deflusso di eventuali fuoriuscite di liquidi.

Da qui alla fine dell’anno le opere interesseranno tutte le gallerie della A23 monitorate dal Consiglio superiore dei lavori pubblici, a esclusione dei tunnel Monumenti 1 e 2 lunghi entrambi meno di 500 metri. L’Unione europea ha escluso dagli adeguamenti solo i tunnel di lunghezza inferiore o fino a 500 metri.

Autostrade per l’Italia

Il dossier ha scatenato un nuovo allarme sicurezza in tutte le regioni in cui opera Autostrada per l’Italia. Ed è proprio la concessionaria a precisare che il dossier del Consiglio superiore dei lavori pubblici non sollecita interventi relativi alla staticità dell’infrastruttura, richiama infatti la concessionaria all’adeguamento normativo in termini di misure antincendio.

Da quando è andato a fuoco il traforo del Monte Bianco, l’Unione europea ha innalzato gli standard di sicurezza. Peccato che l’Italia, assieme ad altri Paesi, abbia accumulato un discreto ritardo tant’è che l’ex ministro ai Trasporti Danilo Toninelli, per evitare la sanzione, aveva chiesto una proroga all’Ue. Richiesta che, informalmente, Bruxelles ha già rispedito al mittente.

Gli stessi interventi competono anche ad Anas, alla Regione con Fvg strade e a tutte le concessionarie autostradali. Chiariti questi aspetti, da Autostrade fanno sapere che la prima fase dei lavori è stata completata su tutta la rete, mentre la seconda è in corso sul 90 per cento, compresa l’A23. Nel restante 10 per cento i lavori sono in corso di aggiudicazione.

Trattandosi di un adeguamento impiantistico sulla A 23 si lavora in sequenza nei tunnel Tarvisio, Clap Forat e Dogna. Si lavora per realizzare, a bordo carreggiata, i canali di scolo per far defluire i liquidi, illuminare le aree di evacuazione e implementare i canali radio. Seguirà il posizionamento di vasche di riserva idrica agli imbocchi di ciascun fornice e di kit assorbenti da impiegare in caso di sversamento di liquidi all’interno dei tunnel.

Lavori pubblici

Valutato il clamore che il dossier contenente 105 siti ha sollevato nel Paese in cui crollano i ponti e dalle gallerie autostradali si staccano pezzi di intonaco, anche il Consiglio superiore dei lavori pubblici ha ritenuto di chiarire che «il dossier non è altro che un parere richiesto dalla società Autostrade per l’Italia ed emanato il 6 novembre 2019 dalla Commissione gallerie».

Nel parere la Commissione – si legge sempre nella nota – «indica al concessionario le “misure compensative transitorie” da adottare nelle gallerie della rete transeuropea (di lunghezza superiore a 500 metri), fermo restando l’obbligo per il gestore di adeguarsi a quanto prescritto dalla legge in materia di incendio o di versamento di sostanze pericolose. Eventi che non inficiano l’integrità strutturale della galleria».

Queste misure sono state indicate a tutte le concessionarie alla fine dello scorso anno. «Si tratta di interventi, che seppur temporanei – si legge ancora nella nota –, garantiscono standard di sicurezza adeguati e sottoposti all’esame preventivo e consuntivo del Consiglio superiore dei lavori pubblici». —


 

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto