Appalti truccati per oltre un miliardo di euro, ponti e viadotti costruiti con materiale scadente: indagate aziende tra il Friuli e il Veneto. Bottillo (Gdf): "Una metastasi"

INCHIESTA GRANDE TAGLIAMENTO, I NUMERI
- 100 indagati
- 120 società coinvolte
- 220 soggetti sotto osservazione (tra funzionari, titolari di aziende e dirigenti)
- 150 appalti nel mirino
- 1 miliardo di euro il valore delle opere
- 400 finanzieri coinvolti
- 13 le regioni coinvolte
- 16 le stazioni appaltanti dove sono stati sequestrati documenti
COME FUNZIONAVA IL MECCANISMO
- Un nucleo di aziende che opera tra Friuli Venezia Giulia e Veneto si accordava per suddividersi le gare d’appalto in particolare per opere di asfaltatura e rifacimento strade.
- Le aziende decidevano di volta in volta su quale ditta puntare per tentare di vincere la gara
- Alle ditte più piccole veniva “promesso” un occhio di riguardo in caso di subappalti, che in diverse circostanze superavano la quota del 30% prevista dalla legge
- In diversi casi le Fiamme gialle hanno accertato che le aziende hanno presentato documentazione falsa sulle dotazioni logistiche e strumentali, in maniera da incrementare il punteggio tecnico delle gare d’appalto
- E’ stato accertato l’utilizzo di materiali non certificati, difformi da quelli dichiarati e in quantitativi inferiori a quelli richiesti e fatturati
- Sono emerse gravi violazioni di natura ambientale, con scorciatoie sullo smaltimento dei rifiuti pericolosi
Appalti truccati per la costruzioni di autostrade, viadotti, ponti, piste aeroporturali ma anche gasdotti e acquedotti. Le società coinvolte sono 120, cento gli indagati tra cui i funzionari delle stazioni appaltanti, in particolare responsabili unici dei procedimenti e direttori dei lavori. E la cabina di regia dell'intero meccanismo era tra Friuli Venezia Giulia e Veneto, con un nocciolo di aziende che hanno poi infettato decine di bandi in tutta Italia, conquistando la fiducia di imprese sparse lungo lo Stivale, alle quali veniva promesso in cambio un occhio di riguardo in caso di subappalti.
Sono circa quattrocento i finanzieri del Comando Regionale Friuli Venezia Giulia che sono impegnati dall’alba di oggi, mercoledì 21 novembre, nel Triveneto e in tutto il territorio nazionale in acquisizioni di documenti, perquisizioni e sequestri disposti dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Gorizia in decine di enti pubblici, società e abitazioni di soggetti sottoposti ad indagini, dopo un’attività investigativa condotta su appalti di opere pubbliche per un valore di oltre un miliardo di euro.
SEQUESTRI DI DOCUMENTI E ATTI IN FVG
I militari del Comando Provinciale di Gorizia, in particolare, stanno acquisendo e sequestrando atti e documenti presso le seguenti stazioni appaltanti:
- Commissario Delegato per l’emergenza della mobilità riguardante la A4 (tratto Venezia – Trieste) ed il Raccordo Villesse – Gorizia;
- Autovie Venete s.p.a., concessionaria delle tratte autostradali comprese tra la tangenziale di Mestre e Sistiana, tra Palmanova e Udine, tra Portogruaro, Pordenone e Conegliano, tra Villesse e Gorizia;
- Autostrade per l’Italia s.p.a., concessionaria di numerose tratte autostradali tra cui la Venezia / Belluno e la Udine Sud / Tarvisio;
- Friuli-Venezia Giulia Strade s.p.a., società che si occupa della gestione e manutenzione delle strade regionali del Friuli Venezia Giulia;
- Veneto Strade s.p.a., società che cura la manutenzione delle strade regionali e provinciali del Veneto;
- Anas s.p.a., concessionario della rete stradale nazionale;
- Concessioni Autostradali Venete s.p.a., concessionario del passante di Mestre, della tangenziale di Mestre e del raccordo con l’aeroporto Marco Polo di Tessera;
- Commissario Delegato per l'Emergenza determinatasi nel settore del traffico e della Mobilità nel territorio delle province di Treviso e Vicenza, titolare della realizzazione della Pedemontana Veneta;
- Aeroporto Friuli-Venezia Giulia s.p.a., società che gestisce il “Trieste Airport”;
- Aer Tre s.p.a., società che gestisce l’aeroporto “Canova” di Treviso;
- Save s.p.a., società che gestisce l’aeroporto “Marco Polo” di Venezia;
- Aeroporto “Valerio Catullo” di Verona Fillafranca s.p.a., società che gestisce lo scalo aeroportuale veronese;
- Aeroporto “Guglielmo Marconi” di Bologna s.p.a., società che gestisce lo scalo aeroportuale bolognese;
- Regione Friuli-Venezia Giulia, competente tra l’altro per le opere di costruzione, ampliamento, ristrutturazione e manutenzione dei porti e degli approdi marittimi, nonché per le concessioni di ghiaia;
- Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, società deputata alla gestione del Porto di Trieste;
- Consorzio per lo sviluppo economico del monfalconese, competente tra l’altro sul porto di Monfalcone.
L'INCHIESTA DELLA GUARDIA DI FINANZA
Le procedure di affidamento oggetto delle indagini riguardano la manutenzione e la costruzione di strade, autostrade, ponti, viadotti, cavalcavia, sottopassi, gallerie, piste aeroportuali, edifici, opere fluviali e di sistemazione idraulica, acquedotti, gasdotti, opere marittime e lavori di dragaggio, impianti di bonifica e protezione ambientale.
Tra le grandi opere in corso e che corrispondono alla descizione resa nota delle Fiamme Gialle rientrano il maxi cantiere per la terza corsia della A4 e quello per il rifacimento negli ultimi anni dell'aeroporto di Ronchi dei Legionari, Trieste Airport, in particolare per quel che riguarda la sistemazione delle piste di decollo e atterraggio.
Ciò che emerge dalle risultanze istruttorie non sono solo le decine di turbative d’asta tra le imprese coinvolte per effetto di pratiche collusive, ma anche un pericoloso fenomeno di frode nella realizzazione delle opere appaltate con lavorazioni eseguite utilizzando talvolta materiali non certificati, difformi da quelli dichiarati e in quantitativi inferiori rispetto a quelli richiesti e fatturati, con conseguenti gravi violazioni anche di natura ambientale, il tutto con il comportamento a volte omissivo di coloro che avrebbero dovuto esercitare funzioni di controllo.
CATENE DI APPALTI E SUBAPPALTI: DA GORIZIA ALLA RICOSTRUZIONE POST TERREMOTO A NORCIA
L’indagine, che pure ha preso avvio dai controlli relativi ad un appalto “anomalo” che interessava la città di Gorizia (il primo lotto di riqualificazione di corso Italia), si è poi estesa a diverse opere del territorio regionale prima e nazionale poi, evidenziando collusioni che travalicano il confine friulano e diventano “sistema” diffuso in varie regioni.
Ulteriori acquisizioni riguardano altri enti e comuni ubicati nelle province di Gorizia, Udine, Trieste, Pordenone, del Veneto, della Lombardia, dell’Emilia-Romagna, della Liguria, della Toscana, dell’Umbria, delle Marche, dell’Abruzzo, del Lazio, della Sicilia e della Sardegna.
Alcune procedure di affidamento si riferiscono a opere da realizzare in diverse aree colpite dal sisma del 2016 nel centro Italia, tra cui Norcia, San Benedetto, Tre Valli Umbre.
La Procura della Repubblica di Gorizia sta ricostruendo le catene di appalti e subappalti e verificando la regolarità di circa 150 procedimenti di aggiudicazione delle opere pubbliche a seguito di gare indette negli anni 2015/2018. Gli indagati sono complessivamente un centinaio
I provvedimenti di perquisizione e sequestro riguardano invece le sedi amministrative di 120 società ed i domicili di 220 soggetti ubicati in Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Trentino Alto-Adige, Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Puglia, Lazio, Campania, Sicilia, Sardegna.
LE IPOTESI DI REATO
Tra i reati per cui si procede si evidenziano l’associazione a delinquere, la turbativa d’asta, gli inadempimenti e le frodi nelle pubbliche forniture, i subappalti in violazione di legge e concussione. Sono al vaglio altre ipotesi di reato.
Sono al vaglio altre ipotesi di reato. Le indagini proseguono nel rispetto del segreto istruttorio con l’esame della documentazione sequestrata ed acquisita, nonché con interrogatori e testimonianze.
IL PROCURATORE: NESSUN PERICOLO DI CROLLI
«Non ci sono pericoli dal punto di vista della sicurezza», e «assolutamente non sono state registrate infiltrazioni mafiose», inoltre, è «escluso al momento anche il coinvolgimento di politici». Lo ha assicurato il procuratore capo di Gorizia, Massimo Lia, rispondendo a domande alla conferenza stampa convocata sull'operazione Grande Tagliamento della GdF. Le opere oggetto di indagine «non sono tutte concluse, e non ci sono provvedimenti di blocco o sequestri di cantieri, di lavori».
IL COMANDANTE DELLA GDF BOTTILLO: "UNA METASTASI"
"Una metastasi". Così il Comandante della Guardia di finanza del Fvg ha definito il sistema di corruttela e di illeciti oggetto dell'inchiesta sugli appalti. Il Comandante ha usato anche il termine "indignazione" perché "quando si altera la libera concorrenza si crea un danno enorme in quanto vincono sempre gli stessi e le imprese oneste vengono escluse".
Un sistema in cui il "cittadino paga le tasse e poi paga anche in termini di incolumità, di pedaggi e altro". E dell'assenza di infiltrazioni mafiose: "Allora è ancora più grave questo fenomeno" significa che "è sufficiente quello che esiste: persone che si riunivano a tavolino per spartirsi le gare". Infine, un'altra pista di indagine è "il danno ambientale causato dall'illecito smaltimento di rifiuti", ha concluso.
CONSIGLIERI M5S, FEDRIGA INFORMI L'AULA
C'è «preoccupazione per quanto sta accadendo, Fedriga informi quanto prima il Consiglio e la popolazione». Così i consiglieri regionali del M5s, Ilaria Dal Zovo e Cristian Sergo, in merito all'operazione «Grande Tagliamento» sugli appalti pubblici. I consiglieri pentastellati - si legge in una nota - chiedono che Fedriga riferisca, in quanto Presidente di una Regione coinvolta per le sue partecipate e competente per le opere di costruzione, ampliamento, ristrutturazione e manutenzione dei porti e degli approdi marittimi, nonché per le concessioni di ghiaia.
Il Presidente - ricordano i 5 stelle - è poi Commissario delegato per l'emergenza della mobilità riguardante la A4 (tratto Venezia - Trieste) e il Raccordo Villesse - Gorizia. «Negli ultimi 5 anni - dice Sergo - sono stati molti gli atti presentati in Regione che riportavano fatti e circostanze molto simili a quelle che leggiamo oggi sui giornali. A seguito di quelle notizie avevamo chiesto alla Giunta la verifica degli appalti eventualmente coinvolti, delle opere realizzate e degli eventuali danni alla nostra Istituzione da tutto questo». Dal Zovo - aggiunge la nota - sottolinea che negli anni ha chiesto maggior trasparenza e chiarezza sui bandi dell'Aeroporto e l'operato di FVG strade: «A questi atti cui non è mai seguito, alcuni accessi sono stati addirittura negati e quando ci sono stati le risposte sono state insufficienti ed evasive».
«Ora, mentre le indagini proseguono il loro corso, si chiarisca e lo si faccia in fretta - concludono - la conformità dei materiali, la sicurezza delle infrastrutture e la regolarità degli appalti di questa Regione rimangono la vera priorità. Non sarebbe accettabile che per gli interessi illegali di pochi a rischiare fossero i nostri cittadini».
AUTOVIE: "FIDUCIOSI NELLA MAGISTRATURA"
Massima disponibilità e collaborazione da parte di Autovie Venete nei confronti della magistratura per quanto riguarda l’indagine “Grande Tagliamento”, indagine su una serie appalti di opere pubbliche fra i quali anche alcuni tratti di terza corsia. “Siamo assolutamente fiduciosi nel lavoro della magistratura – ha affermato il presidente della Concessionaria Maurizio Castagna - e consapevoli, per quanto ci riguarda, di aver ben operato”. Gli uffici di Autovie Venete hanno fornito tutta la documentazione richiesta dagli inquirenti.
DE ECCHER: PIENA COLLABORAZIONE
Nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Gorizia che, come appreso dagli organi di stampa, ha visto coinvolte oltre 120 società e più di 100 persone indagate, si rende noto che nella giornata odierna anche la Rizzani de Eccher - dice un comunicato della società - è stata oggetto di un accesso da parte della Guardia di Finanza che ha acquisito documenti e informazioni relative alle commesse in corso di esecuzione per l’ampliamento a tre corsie della Autostrada A4.
La società ha come di consueto fornito ai militari la massima disponibilità e collaborazione, nell’ottica di una piena trasparenza, a conferma della regolarità delle procedure di aggiudicazione delle commesse in parola e al fine di dimostrare sin da subito la assoluta infondatezza delle ipotesi di reato poste alla base delle indagini.
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