Contro gli assembramenti arrivano gli assistenti civici: chi sono e cosa faranno

Avranno il compito di dare una mano ai Comuni per far rispettare le regole per il distanziamento sociale nei giardini pubblici, sulle spiagge, nelle piazze e nei locali. Ma anche fuori dalle chiese o fuori dai parchi per contingentare gli ingressi. Non saranno, tuttavia, impegnati in ronde e come sentinelle anti spritz
20090808 - VERONA - CLJ - SICUREZZA: RONDE; A VERONA GIA' ENTRATE IN AZIONE IN MATTINATA. Assistenti civici dell'associazione La Cancellata Onlus mentre effettuano le ronde, oggi 08 agosto 2009 a Verona. Il ''modello Verona'' ha fatto scuola e nel giorno del varo del decreto Maroni che le regolamenta le 'ronde' veronesi sono entrate in azione gia' questa mattina dopo le brevi istruzioni di due vigilesse. Casacca gialla con bordi fosforescenti grigi e blu, gli ''assistenti civici'' del Comune di Verona (''noi non le chiamiamo ronde'', puntualizza infatti il sindaco Flavio Tosi) hanno cominciato la loro attivita' di controllo del territorio gia' lo scorso novembre, dopo l'ordinanza firmata dal sindaco della Lega, alla quale il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha detto di essersi ispirato nel pacchetto-sicurezza. ANSA/PERAZZOLO-BOLZONI/DRN
20090808 - VERONA - CLJ - SICUREZZA: RONDE; A VERONA GIA' ENTRATE IN AZIONE IN MATTINATA. Assistenti civici dell'associazione La Cancellata Onlus mentre effettuano le ronde, oggi 08 agosto 2009 a Verona. Il ''modello Verona'' ha fatto scuola e nel giorno del varo del decreto Maroni che le regolamenta le 'ronde' veronesi sono entrate in azione gia' questa mattina dopo le brevi istruzioni di due vigilesse. Casacca gialla con bordi fosforescenti grigi e blu, gli ''assistenti civici'' del Comune di Verona (''noi non le chiamiamo ronde'', puntualizza infatti il sindaco Flavio Tosi) hanno cominciato la loro attivita' di controllo del territorio gia' lo scorso novembre, dopo l'ordinanza firmata dal sindaco della Lega, alla quale il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha detto di essersi ispirato nel pacchetto-sicurezza. ANSA/PERAZZOLO-BOLZONI/DRN

UDINE. In tutta Italia sono in arrivo 60 mila assistenti civici che avranno il compito di aiutare e vigilare durante la Fase 2. In settimana sarà lanciato il bando rivolto «a inoccupati, a chi non ha vincoli lavorativi, anche percettori di reddito di cittadinanza o chi usufruisce di ammortizzatori sociali».

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Lo hanno annunciano in una nota congiunta il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, e il presidente dell'Anci, Antonio Decaro, sindaco di Bari, spiegando che gli assistenti saranno «individuati su base volontaria». 

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Gli assistenti civici saranno coordinati dalla Protezione civile che «indica alle Regioni le disponibilità su tutto il territorio nazionale, e impiegati dai sindaci per attività sociali, per collaborare al rispetto del distanziamento sociale e per dare un sostegno alla parte più debole della popolazione» spiegano Boccia e Decaro.

«Stiamo progressivamente entrando in una nuova normalità - aggiunge il ministro Boccia - c'è una graduale ripresa delle attività produttive e i cittadini stanno, giorno dopo giorno, tornando a popolare le città.

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I Comuni, attraverso Anci, potranno avvalersi del contributo degli assistenti civicì per far rispettare tutte le misure messe in atto per contrastare e contenere il diffondersi del virus, a partire dal distanziamento sociale.

Dopo le migliaia di domande di medici, infermieri e operatori socio sanitari, arrivate alla Protezione civile nel momento maggiore emergenza negli ospedali italiani, ora è il momento di reclutare tutti quei cittadini che hanno voglia di dare una mano al Paese, dando dimostrazione di grande senso civico».

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«Sono stati i volontari, con noi amministratori - conclude il presidente Decaro - a prendersi cura di chi aveva più bisogno nella fase del lockdown. È ai volontari che vogliamo affidare le nostre comunità in questa nuova e complessa fase: quella in cui proviamo a convivere con il virus e impariamo a difenderci, anche tornando a una vita meno compressa dai divieti.

Da questa emergenza possiamo uscire solo stando uniti e collaborando ognuno per la sua parte, con senso di responsabilità».

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Ecco in breve, con una serie di domande e risposte, chi sono e cosa faranno gli assistenti civici.

Quanti saranno?

Al momento saranno 60 mila, ma è probabile che il numero sia destinato ad aumentare.

Che compito avranno?

Avranno il compito di dare una mano ai Comuni per far rispettare le regole per il distanziamento sociale nei giardini pubblici, sulle spiagge, nelle piazze e nei locali. Ma anche fuori dalle chiese o fuori dai parchi per contingentare gli ingressi. Non saranno, tuttavia, impegnati in ronde e come sentinelle anti spritz.

Saranno riconoscibili?

I volontari avranno una casacca con la scritta “assistente civico” e con il logo della Protezione civile, dell’Anci e del Comune.

Che orario di lavoro dovranno rispettare?

Opereranno per 16 ore settimanali. Lavoreranno a titolo gratuito, per un massimo di tre giorni a settimana.

Nel caso di inosservanza delle norme anti-contagio, potranno sanzionare gli inadempienti?

In caso di assembramenti non potranno chiedere i documenti nè comminare multe, ma solo segnalare le persone a vigili urbani e forze dell'ordine.

Come si può diventare assistente civico?

Al bando della Protezione civile possono partecipare cittadini maggiorenni e che siano disoccupati, coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza o usufruiscono di ammortizzatori sociali. Devono risiedere in Italia. Non è richiesto loro alcun titolo di studio.

Godranno di una forma di assicurazione?

Saranno coperti dalla polizza assicurativa dell’Inail in caso di infortunio o di responsabilità civile verso terzi.

Da chi riceveranno disposizioni?

Spetterà ai sindaci il compito di impiegare i volontari nelle diverse attività sociali.

  • LE REAZIONI FRA CRITICHE E PRECISAZIONI

Plaudono i sindaci, si dividono i presidenti di regione, protestano le opposizioni assieme a pezzi della maggioranza: la proposta di mettere in campo sessantamila volontari divide la politica. La lettura che viene data a questo dispiegamento è quella di «ronde» contro gli irriducibili della movida.

Fonti di governo, però, precisano che non si tratta di questo, quanto della necessità di dare aiuto a chi non può uscire di casa per comprare cibo e medicinali o per aiutare nel contingentamento degli ingressi nei parchi.

La polemica è tuttavia innescata: parlano di misura «inutile» Matteo Renzi e il "suo" presidentè ai tempi del Pd, Matteo Orfini. Dall’opposizione, Forza Italia parla di «ennesima pagliacciata» mentre Giorgia Meloni denuncia quella che considera una «deriva autoritaria».

E dal Viminale viene precisato che «le decisioni assunte, senza preventiva consultazione del ministero dell’Interno, per l’istituzione della figura degli assistenti civici in relazione alle misure di contrasto e di contenimento della pandemia Covid-19, non dovranno comportare compiti aggiuntivi per le prefetture e per le forze di polizia già quotidianamente impegnate nei controlli sul territorio».

Andando con ordine: la fine del lockdown ha portato le persone a tornare in strada, non solo per andare al lavoro, ma anche per passare del tempo con gli amici. Di qui le segnalazioni di assembramenti nei quartieri della movida che hanno scatenato l’allarme.

Tanto che il governo, attraverso il ministero degli Affari Regionali e delle Autonomie, ha pensato di ricorrere al volontariato per segnalare situazioni di pericolo.

I primi a partire lancia in resta contro il governo sono gli esponenti delle opposizioni che associano i volontari, di volta in volta, alla «guardia civica», come fa Giorgio Mulè di Forza Italia, o ai «guardiani della Rivoluzione» islamica, come Giorgia Meloni.

E anche l’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sottolinea che «gli italiani hanno bisogno di fiducia, di sostegno economico e di lavoro, non di controllori, droni o ispettori alle calcagna».

Il tentativo del ministero degli Affari regionali di gettare acqua sul fuoco spiegando che «i volontari non potranno comminare multe» serve a poco. Le proteste non si fermano e, anzi, si allargano alla maggioranza.

«Con il Movimento 5 stelle questa proposta non è stata condivisa e non la vogliamo», sottolinea il viceministro dello Sviluppo economico, Stefano Buffagni.

«Un ministro ha annunciato la creazione di un corpo di 60.000 assistenti civici. Boh, solo a me sembra una follia finalizzata ad avere visibilità?», spiega Renzi con un affondo diretto al ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia: «Come spesso accade la penso come Matteo Orfini. Non sarebbe meglio valorizzare di più il terzo settore e il servizio civile?», aggiunge Renzi.

Sì, perchè anche nel Pd non mancano le prese di posizione contro l’idea del governo. Oltre a Orfini, da sempre voce critica all’interno dei dem, anche esponenti come i senatori Tommaso Nannicini e Dario Stefano esponenti pd un tempo vicini allo stesso Renzi - stigmatizzano l’idea di ricorrere a una rete di volontari per evitare gli assembramenti.

«Abbiamo bisogno di professionisti del bene comune e del welfare di comunità, non di vigilantes, sotto le spoglie di assistenti civici. Prima di lanciare programmi improvvisati torniamo a investire seriamente su servizio civile, volontariato e terzo settore», spiega Nannicini.

«Non è condivisibile l’idea di 60 mila volontari per controllare i comportamenti sociali», sottolinea il senatore dem Dario Stefano: «È compito delle forze di polizia controllare e sanzionare eventuali scorrettezze. Per assicurare un’estate tranquilla, servono pianificazione, prenotazioni e organizzazione dei luoghi e dei locali attraverso protocolli ragionevoli».

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