Commercio cittadino in lutto: è morto a 94 anni Luciano Conti

UDINE. Era un imprenditore d’altri tempi Luciano Conti. Carismatico, generoso, sul lavoro non si risparmiava e pretendeva molto dai suoi collaboratori, ma soprattutto da sè stesso. Non a caso l’attività avviata da suo nonno Quintino è oggi nelle mani del figlio Emilio e della nipote Giorgia, che da poco l’aveva reso bisnonno. Un’ultima gioia prima di spegnersi, a 94 anni, nell’abitazione di viale Duodo, dove era nato e cresciuto, circondato dall’affetto di sua moglie Maria Giovanna e dell’intera famiglia.
Ad avviare la “Q. Conti timbri, targhe, incisioni” fu appunto il nonno di Luciano, Quintino che nel 1895 iscrisse l’azienda alla Camera di commercio e si trasferì da via Canciani, dov’era nata con un piccolo laboratorio artigianale a via Mercatovecchio, iniziando anche l’attività commerciale di orologeria, gioielleria e argenteria.
Dopo la Grande guerra, il figlio di Quintino, Emilio fece ripartire l’attività orafa convertendola in una fabbrica di targhe e timbri in gomma e in metallo da lui stesso incisi. In quegli anni, la ditta si trasferisce nuovamente, occupando gli spazi in cui sorge oggi Casa Cavazzini, poi nel 1956 Luciano succede al padre e il negozio si sposta in via Lionello 6 dove si trova ancora oggi.
Dal 1985 a Luciano si affianca Emilio e, poi, la figlia Giorgia, cinque generazioni unite dalla passione per i timbri che hanno raggiunto i 125 anni di attività. E non intendono fermarsi.
Tra i “meriti” professionali di Luciano c’è anche quello di aver trasmesso il suo entusiasmo e lasua passione nel lavoro. Basti pensare che fino a qualche anno fa, Luciano, ormai in pensione, si presentava comunque tutte le mattine in negozio per fare colazione con la nipote e aggiornarsi sulle ultime novità. Era un modo anche per vedere amici e colleghi.
Anche al di fuori dell’attività, Luciano Conti sapeva trasmettere la stessa energia contagiosa. «Era uno sportivo – ricorda il figlio Emilio –. Amava molto andare a caccia e in montagna, ma praticava anche il tiro a segno e il tennis». Tra le sue passioni ci sono anche i viaggi sempre insieme alla moglie. Il suo punto di riferimento restava la famiglia cui era molto legato.
Luciano Conti aveva fatto l’alpino e con la penna sul cappello era stato coinvolto nella seconda guerra sul fronte orientale. «Quell’esperienza, quei momenti della sua vita, sono una delle poche cose di cui non amava parlare. I ricordi evidentemente erano troppo pesanti», aggiunge il figlio Emilio.
I funerali di Luciano Conti, la cui salma riposerà nel cimitero di San Vito, sono in programma mercoledì 4 novembre, alle 14, al Tempio ossario. –
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