Comincia l’avventura del “Paff”: Pordenone diventa città del fumetto

Ma i firmatari della petizione entrano a gamba tesa: «Progetto nato senza condivisione, espropriata la Pizzinato»

PORDENONE. Villa Galvani si sveglia dal letargo. Dopo un anno di sostanziale chiusura, fatta eccezione per pochi eventi di breve durata, il complesso museale della galleria Pizzinato riapre le porte con una nuova veste, quella del Palazzo arti fumetto Friuli ovvero il Paff. Un abito che, nemmeno a dirlo, a Pordenone sta stretto a più di qualcuno. E questo rende la sfida – per il “papà” Giulio De Vita, per l’associazione Vastagamma che lo gestirà e per la politica che ha investito anche in termini economici – ancora più importante.

L’attività del palazzo partirà a pieno regime a novembre, ma gli organizzatori hanno deciso di lanciare, in occasione di Pordenonelegge, un’anteprima che è nel segno della qualità. E non solo per attirare l’attenzione, ma perché, come hanno spiegato gli organizzatori, il Paff ha l’ambizione di diventare un centro di riferimento internazionale del fumetto. Si parte oggi alle 18.30 con tre mostre.

Il primo protagonista è Beato Odorico da Pordenone: un “Marco Polo col saio” e a fumetti, sceneggiato e disegnato da Luca Salvagno. In 30 tavole viene raccontato uno dei viaggi più sorprendenti del Medioevo: da Venezia a Trebisonda e ritorno, toccando l’India, Sumatra, Giava, Indocina e Cina fino a Khandaliq (Pechino). Il secondo evento è dedicato a Toni Capuozzo, inviato di guerra che protagonista di un’ opera a fumetti, illustrata dal giovane Armando Miron, in bilico tra il reportage e il diario personale. Da ultimo, non per importanza, l’esposizione dedicata a Milo Manara, maestro del fumetto internazionale.

Non mancano, però, le critiche. Il musicista Massimo De Mattia, primo firmatario della petizione consegnata al Comune per chiedere di mantenere la Galleria d’arte moderna e contemporanea, ha attaccato De Vita a viso aperto. Riprendendo un post del fumettista – «È bello constatare come di fronte a un'idea innovativa, strutturata, di alto profilo siano unanimi i consensi da parte di tutte le principali autoritá politiche» aveva scritto accompagnando le parole a un selfie con l’europarlamentare Marco Zullo –, De Mattia ha scritto: «A me, invece, risulta davvero triste che la tua idea, il progetto che finalmente presenti alla città e al mondo – grazie all'autorevole imprimatur politico di cui scrivi – non goda di uguale entusiasmo e di una condivisione consensuale tra le realtà artistiche e culturali del territorio».

E pur dichiarandosi futuro frequentatore del Paff, il musicista ha aggiunto: «Tu hai servito alla politica il migliore assist possibile per il peggiore esproprio immaginabile della Galleria Pizzinato, a danno della comunità artistica; un alibi perfetto».


 

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