Ciriani, la “prima” da sindaco: «Così cambierò Pordenone»

PORDENONE. La musica scelta per il primo discorso da sindaco è la colonna sonora dei mondiali di calcio del 2006, campionato che ha visto l’Italia vincere in Germania.
Alessandro Ciriani – sotto il ritornello di “Seven nation army” dei White Stripes – ha dato la carica ai suoi e ha iniziato a raccontare la città che sarà, quella che vuole costruire «con le persone che hanno seguito il nostro progetto, nato ormai un anno fa».
Una «città autorevole» è stato il leitmotiv della campagna elettorale. E allora tra i primi punti del neo sindaco c’è l’esigenza di «ricostruire un rapporto con la Regione», una Regione alla quale la nuova amministrazione chiederà «di rispettare gli impegni» perché «la disponibilità a fare una nuova scuola espressa in campagna elettorale, o a costruire il nuovo ponte, non può valere se il sindaco è del Pd e non valere per noi».
Ciriani ha alzato subito la posta dopo una giornata iniziata con interviste e appuntamenti di lavoro che proseguiranno anche oggi, prima di potersi dedicare interamente all’impegno amministrativo, già dalla prossima settimana, una volta pronta la squadra, «entro lunedì».
Telefondate speciali? «Il telefono non smette di suonare dall’altra notte, avrò ricevute 500 chiamate, oltre mille messaggi tra cellulare e Facebook, a cui ho appena iniziato a rispondere, ma questa sì è un’impresa impossibile».
Domani intanto di nuovo in municipio per iniziare a incontrare i dipendenti e il personale del Comune. Il nuovo sindaco sarà anche il “capo” di un’azienda che ha poco meno di 500 dipendenti.
Dalla piazza, ieri sera, al termine del primo pomeriggio in municipio, Ciriani ha voluto ringraziare anche il suo predecessore, Claudio Pedrotti.
«Grazie perché si è mostrato un signore. Mi ha aspettato in municipio per il passaggio di consegne, mi ha presentato i collaboratori, mostrato alcune cose, anche se non era tenuto. Ho sempre legittimato il suo valore personale, pur avendo idee diversissime sulla città».
Un pensiero generoso, almeno in prima battuta, è andato anche a Daniela Giust: «Grazie a Daniela, avversaria temibile e leale».
Poco dopo, però, non ha resistito dal togliersi qualche sassolino dalla scarpa. «I nostri avversari hanno detto che con noi sarebbero comparsi i manganelli. Invece questa piazza – ha aggiunto tra gli applausi – è piena di bambini, famiglie, persone normali. Durante la prima intervista di oggi ho ribadito che se avessi perso avrei donato il programma al nuovo sindaco, perché è un programma serio, concreto, costruito in un anno di lavoro. La mia avversaria invece ha concluso dicendo che attende di vedere quali meraviglie faremo. Io non ho bacchette magiche, ma rispondo che sicuramente non combineremo i disastri che loro hanno fatto negli ultimi cinque anni».
Ma la campagna elettorale è finita, Ciriani sa che il tempo delle schermaglie passa in secondo piano, che le attese sono tante e le aspettative nei suoi confronti ancora maggiori. E allora un messaggio chiaro è stato lanciato prima di tutto ai suoi alleati.
«Abbiamo promesso un sogno, una città più bella, attrattiva, e lo vogliamo realizzare. Ma per farlo serve una giunta di qualità. Non applicheremo il manuale Cencelli, ma alla coalizione ho chiesto professionalità e competenza per poter partire subito».
A questa si aggiunge un gruppo di lavoro «che già domani (oggi ndr) inizierò ad analizzare il bilancio – anche se quello su cui potremo incidere sarà quello del 2017 – e che seguirà l’iter del nuovo ospedale».
Il messaggio di ieri era preliminare al primo tavolo formale con la coalizione – oggi parte «la delegazione trattante» come scherzava ieri qualcuno – che dovrà risolvere una questione non semplice. L’esecutivo dovrà essere formato per metà da donne. Una scelta non eludibile, che mal si concilia tuttavia con i risultati delle urne in termini di preferenze.
La lista civica avrà diritto a due rappresentanti e il sindaco ha già indicato Alessandro Basso (che avrà la delega all’istruzione) e Pietro Tropeano (in lizza per l’assessorato a cultura e creatività). L’assessore che Ciriani si riserva sarà con tutta probabilità Cristina Amirante, una dei candidati più votati della lista, ingegnere e quindi assessore tecnico.
La ricerca di altre tre donne, quindi, spetta agli alleati che hanno vita ben più difficile. I partiti – Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia – ce l’hanno dura anche perché sono praticamente in condizione di parità. Quello che ormai appare certo è che la Lega esprimerà, anche nel ruolo di vicesindaco, Eligio Grizzo.
Le due donne che entrano in consiglio, Samantha Miot (per altro moglie del consigliere leghista Dall’Agnese di Porcia) e Stefania Boltin, non hanno esperienza amministrativa alle spalle e questo le rende più “deboli”.
In casa Fratelli d’Italia la poltrona di assessore se la giocano Emanuele Loperfido, che è anche uomo di fiducia e amico personale di Ciriani, e Francesco Ribetti.
I due hanno ottenuto quasi le stesse preferenze, ma c’è posto per uno solo: il secondo assessore dovrà essere donna. Le elette sono Monica Pilot e Anna Facondo. Stesso derby in casa Forza Italia, dove Andrea Cabibbo e Walter De Bortoli avrebbero entrambi i numeri per stare nell’esecutivo.
Anche in questo caso, se la Lega si accontentasse di un posto solo (avendo anche la spilletta di vicesindaco), la seconda poltrona dovrebbe essere occupata da una donna. I conti, diversamente non tornerebbero.
De Bortoli avrebbe manifestato anche l’interesse a ricoprire il ruolo di presidente del Consiglio, ma quel posto potrebbe essere la scappatoia per accontentare Autonomia responsabile che, pur avendo ottenuto metà delle preferenze dei partiti, rivendica un riconoscimento. Sindaco nuovo, ma problemi vecchi.
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