Centro dialisi, 12 a giudizio per abuso d’ufficio e truffa

Tutti a processo, con la sola esclusione dei tre manager risalenti alla gestione più retrodatata, per i quali entrambe le ipotesi di reato dell’abuso d’ufficio e della truffa aggravata risultano prescritte.
Si è conclusa con un lungo elenco di rinviii a giudizio l’udienza preliminare a carico delle 14 persone, tra dirigenti, funzionari e amministratori dell’Ass n.4 “Medio Friuli” e della casa di cura “Città di Udine”, accusate di avere indebitamente beneficiato di rimborsi pubblici per le prestazioni ambulatoriali rese ai pazienti del Centro dialisi realizzato all’interno della clinica di viale Venezia, senza che la struttura fosse ancora accreditata dalla Regione. Così dal 2004 al 2012 - quando la situazione venne appunto regolarizzata - per un totale di 15 milioni 882.372 euro.
I rinvii a giudizio riguardano i direttori generali Paolo Basaglia, 66 anni, di Pordenone, e Giorgio Ros, 63, di Brugnera, e i rispettivi direttori amministrativi Carlo Temporale, 68, di Cordenons, e Pierluigi Fabris, 63, di Portogruaro, e sanitari Branka Vujovic, 62, di Gemona, e Danilo Spazzapan, 63, di Monfalcone, oltre ai coordinatori socio sanitari Giuseppe Bazzo, 58, di Sacile, Federica Rolli, 43, di Udine, e Massimo Sigon, 61, di San Daniele. Per la casa di cura, a sua volta coinvolta in virtù della norma sulla responsabilità amministrativa delle società, sono stati chiamati a rispondere Antonino Agosto, 71 anni, di Tricesimo, presidente del Consiglio d’amministrazione, e Claudio Riccobon, 52, di Udine, amministratore delegato e direttore generale.
Escono dal procedimento, con sentenza di non luogo a procedere, per intervenuta prescrizione del reato con riguardo ai fatti collocati sino al 6 giugno 2007, l’ex direttore generale della “Medio Friuli” Roberto Ferri, 67 anni, di Tarvisio, e i suoi due bracci destri Maria Pia Zampa, 53, di Udine (ex direttore amministrativo) e Andrea Luigi Colaretta, 66, di Trieste (ex direttore sanitario). Insieme a loro, per tale parte d’inchiesta, Riccobon, Agosto, Basaglia, Temporale, Vujovic, Bazzo e la casa di cura.Il che, di fatto, comporterà un ricalcolo del danno contestato agli imputati (con lo scorporo di tre anni) e per il quale la Procura della Corte dei conti aveva già messo i ferri in acqua, aprendo a sua volta un procedimento, ma la sciandolo pendente in attesa dell’esito di quello penale.
Nel procedimento figurano parti offese la Regione e l’Azienda sanitaria. In aula il pm Paola De Franceschi, titolare dell’inchiesta che era stata condotta dai carabinieri del Nas.
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