Caso Tallio, sconvolti i parenti friulani: i nonni adoravano Mattia

VARMO. Il nonno Giovanni Battista lo adorava. Così come la zia Laura. Tutti, in famiglia, lo descrivevano come il ragazzo «più buono al mondo». E per tutti, ora, è difficile accettare che proprio il loro Mattia abbia deciso di avvelenarli.
C’è incredulità, c’è sgomento, c’è dolore. Anche a Santa Marizza, la frazione di Varmo dove i Del Zotto hanno una casa di famiglia e dove tutti si ritrovano puntualmente per le vacanze estive. «Perché tutti noi siamo da sempre uniti dall’amore».
Lo dice con un’amarezza senza fine Giovanni Spagnol, cugino di Domenico, padre del 27enne finito in carcere.
«Quando ho saputo la notizia del suo arresto – racconta – mi sono pietrificato. Ho sperato fino all’ultimo che non fosse vera e che fosse stato solo un errore. Ma purtroppo tutto poi è stato confermato. Non riesco a capire perché abbia deciso di farlo, che cosa l’abbia spinto ad agire in questo modo».
Silenzio. Una pausa. Poi i ricordi vanno ad alcuni anni fa. A quando Mattia veniva insieme ai suoi genitori a trascorrere le vacanze nella casa di campagna. Frequentava i parenti del Friuli. E anche lui aveva imparato ad amare quel borgo rurale culla di poeti e scrittori.
«Siamo una grande famiglia – continua Giovanni – siamo andati anche in vacanza insieme. Quando arrivava qui veniva a trovarci spesso ed era molto legato anche ai miei figli. Ci si frequentava, si stava insieme perché tutti ci vogliamo davvero bene».
Giovanni è sempre stato in contatto in queste settimane con il cugino Domenico. L’ha sentito al telefono solo alcuni giorni fa.
«Era ancora distrutto per la perdita dei suoi genitori e di sua sorella Patrizia – dice – , non riusciva a capacitarsi di quanto fosse successo e soprattutto di quale fosse la causa. Tanto che mi diceva che avrebbe preferito essere stato lui al loro posto.
E adesso la notizia dell’arresto di suo figlio. Non immagino che cosa stia provando in questo momento. Quando ho saputo la notizia mi è davvero crollato il mondo addosso perché mai e poi mai avrei immaginato una cosa del genere».
Un’altra pausa. E poi aggiunge: «So che Mattia stava cercando un lavoro e che come ci dicevano stava spesso a casa davanti al computer». A Santa Marizza tutti erano convinti che la piccola frazione non c’entrasse nulla con il tallio. Che la causa dovesse essere cercata altrove. Nessuno, però, avrebbe potuto immaginare una svolta simile.
Il sindaco di Varmo Sergio Michelin ha contatto il primo cittadino di Nova Milanese Rosaria Longoni. «Mi ha confermato che tutte le notizie erano assolutamente vere – dichiara – . Siamo due comunità sconvolte per quanto accaduto oltre a essere unite dal dolore. Davvero non ci sono parole per commentare una vicenda simile».
Gli altri parenti di Rivignano pensano a Domenico e alla moglie Cristina. Qui vivono la sorella di Maria Gioia Pittana, Liduina, e il marito Maurizio Collovati.
«La prima cosa è pensare ai genitori di Mattia – commenta Maurizio – e poi alle persone che purtroppo non ci sono più. Mattia l’abbiamo visto crescere, erano molti anni che non veniva più qui, ma siamo sempre rimasti in contatto perché siamo una famiglia unita. È una notizia che ci addolora profondamente».
Preferisce non aggiungere altro e vivere questo dolore in maniera riservata. Una famiglia unita è stata spazzata via da un potente veleno come era nei piani di Mattia. Di quel giovane che aveva sempre trascorso parte delle vacanze estive a Santa Marizza, nella casa di campagna immersa nel verde e nel silenzio.
Quel ragazzo che tutti amavano. Soprattutto il nonno Giovanni Battista. «Il nostro caro Mattia» diceva sempre guardandolo con ammirazione.
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