Caso quad sulle montagne della Carnia, gli organizzatori: «Rispettiamo i luoghi»
«Il grosso del percorso rientra fra i tragitti consentiti in questi mesi dell’anno». Cai, Asca, Alleanza friulana e Salviamo i sentieri chiedono di bloccare l’evento

Sulla tre giorni in quad lungo le strade forestali della Carnia che l’Asd Team Quad Livenza (Tql) organizza per settembre piovono tanti no: Cai Fvg e Asca (associazione tra le sezioni Cai dell’alto Friuli), con i loro presidenti Giovanni Duratti e Giuseppe Mareschi, con un documento capillare chiedono alla Comunità di montagna della Carnia di non autorizzare l’evento. Idem Alleanza friulana Domini collettivi e “Salviamo i sentieri Cai 227-228”. L’ente ora vaglierà tutti i pareri, prima di esprimersi.
«La tre giorni prevede che i mezzi motorizzati percorrano un itinerario complesso e tortuoso, che per lunghi tratti attraversa aree tutelate dalla rete Natura 2000, Zone Speciali di Conservazione e Zone di Protezione Speciale, lungo piste forestali» premettono Duratti e Mareschi che temono che l’evento crei un precedente pericoloso. Senza vantaggio alle economie locali. E declassi «la montagna a luna park per un divertimento mordi e fuggi. Ai locali rimane l’onere del ripristino, il controllo del rispetto delle norme e il disagio provocato ai veri turisti, quelli che soggiornano, si fermano sul territorio, fruiscono dei servizi e acquistano beni. Sappiamo poi che tali iniziative portano all’emulazione abusiva durante tutto l’anno».
L’inquinamento acustico, aggiungono, disorienterebbe gli animali, che potrebbero anche finire sulla viabilità ordinaria o negli abitati o ferirsi per fuggire. Dubbi, per i due presidenti, riguardano il costo di una simile iniziativa per la collettività: l’Ispettorato delle Foreste dovrebbe dedicarsi molto «per il passaggio dei membri di un’associazione privata» in controlli su inquinamento, rifiuti, danni ambientali. E se diventasse la norma? Cai e Asca ammoniscono che «responsabilità di chi amministra un territorio è anche non svenderlo». Propongono piuttosto percorsi standard percorribili da quad con accompagnatori accreditati: per una transitabilità sicura, periodi migliori per la fauna e necessarie verifiche. Il Tql ricorda di essere un’associazione sportiva riconosciuta dal Coni e con «una storia di 20 anni nell’ambito dell’escursionismo a motore come anche della significativa attività sociale a favore di soggetti diversamente abili e altre attività sociali.
Il motto del Tql, “Fuoristrada non fuori legge” sintetizza – assicura il sodalizio – lo spirito e il senso di responsabilità messo nelle attività del gruppo tant’è che le contestazioni prendono spunto dalle richieste di permessi alle autorità competenti, espressione evidente del fatto di volersi attenere alla legalità. Inoltre i permessi attengono solo ad alcuni tratti di strade forestali perché il grosso del percorso, comunque regolarmente indicato, è previsto in tragitti regolarmente consentiti in quella parte dell’anno. Appare poi inappropriata l’assimilazione della Motocavalcata delle Alpi Carniche (di ben altro tenore sportivo e con centinaia di partecipanti) con l’escursione in oggetto fatta da una decina di quad guidati da persone con età media non lontana dai 70 anni, alcuni dei quali anche in condizioni fisiche da non potersi permettere un approccio podistico alla montagna.
Si sfida poi chiunque a non riconoscere l’atteggiamento rispettosissimo dei nostri mezzi quando incrociano gitanti o animali o quando capita loro di raccogliere rifiuti lasciati da altri, come da codice etico del club. In un mondo in cui ci confrontiamo tutti con sfide planetarie crediamo che le energie di ciascuno dovrebbero essere proporzionate al peso dei pericoli affrontati».
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