Caserma di Tarvisio ai profughi: Lega in piazza, il caso alla Camera

Carroccio e Forza Italia all’attacco dopo il no al cambio di destinazione d’uso della Lamarmora. Oltre all’investitore russo, adesso sbuca una finanziaria italiana interessata ad acquisire l’immobile

UDINE. Il centrodestra sale sulle barricate e promette battaglia, in Regione e a Roma, sulla caserma Lamarmora.

Lega e Forza Italia, infatti, si muovono all’unisono e di fronte al “niet”, almeno momentaneo, pronunciato dal prefetto di Udine Vittorio Zappalorto alla riconversione dell’immobile – destinandolo così a diventare un albergo di lusso dotato di tutti i comfort – promettono battaglia a livello locale e nazionale.

Il Prefetto: "Impensabile la dismissione in un momento così difficile"

Il tutto mentre da Tarvisio – dove il sindaco Renato Carlantoni presenterà martedì al Consiglio comunale un ordine del giorno a favore della sdemanializzazione dell’ex caserma – rimbalza la notizia di un secondo investitore, dopo quello di origine russa, pronto a riversare milioni di euro sul centro cittadino.

«È scandaloso che il Governo per mezzo del prefetto di Udine – tuona il capogruppo alla Camera della Lega Nord, Massimiliano Fedriga in una nota congiunta assieme a Stefano Mazzolini – abbia deciso di bloccare un investimento privato da 50 milioni per la valorizzazione dell’area dell’ex caserma, preferendo utilizzarla per alloggiarvi clandestini.

Una decisione assurda che si ripercuote su tutta la comunità del tarvisiano e, più in generale, regionale, cui l’investimento avrebbe contribuito a rilanciarne l’economia a dispetto della crisi e della sempre più serrata concorrenza. Eppure, a fronte di questa evidenza, il Governo ha preferito negare ogni possibilità di intervento agli imprenditori per mantenere la caserma così com’è e destinarla ai clandestini».

Ed è per questo motivo, conclude Fedriga, che «non mi limiterò a presentare un’interrogazione al Governo, ma promuoverò personalmente iniziative sul territorio per denunciare pubblicamente la gravità della situazione».

Il segretario regionale del Carroccio, dunque, porta il caso alla Camera, ma non sarà il solo visto che a Montecitorio si attiverà un’altra parlamentare friulana, l’azzurra Sandra Savino, pronta a depositare un apposito disegno di legge per chiedere che lo Stato consegni la Lamarmora nelle mani del Comune e, quindi, all’investitore privato.

«Savino sta già lavorando sul testo – conferma il capogruppo di Forza Italia in Regione, Riccardo Riccardi – e non potrebbe essere altrimenti vista la situazione, a dir poco, surreale, che si è creata nel Tarvisiano. Siamo all’assurdo per cui è stata varata, ad hoc, una norma dello Stato per Porto Vecchio a Trieste, mentre pare impossibile anche soltanto pensate di fare altrettanto per la Lamarmora.

Nel capoluogo giuliano il Pd ha sdemanializzato senza progetti e senza risorse, forse per lanciare le primarie di Russo e la campagna elettorale di Cosolini, mentre dove invece ci sono progetti che porterebbero ricchezza e soldi alle casse della Regione e dello Stato si decide di bloccare tutto».

Riccardi è un fiume in piena e non si ferma al raffronto Trieste-Tarvisio. «Se per dare la possibilità agli investitori di intervenire su strutture in abbandono e in carico allo Stato – ha continuato – l’unico sistema è quello di fare emendamenti a Roma siamo pronti. Savino presenterà un provvedimento per liberare la caserma e rendere possibile l’investimento privato.

Comprendiamo la difficile posizione del prefetto di Udine, Vittorio Zappalorto, che si trova a dover gestire questa pratica evidentemente condizionato dall’emergenza e sulla base delle indicazioni che riceve da Roma. Questo rende, molto probabilmente, la sua posizione inevitabile, ma altrettanto crediamo sarebbe incomprensibile non cogliere l’occasione di un investimento privato da 50 milioni di euro che valorizzerebbe Tarvisio, ma, allo stesso tempo, implementerebbe l’offerta turistica dell’intero sistema regionale».

Riccardi, infine, ha sottolineato che «Forza Italia guarda al fenomeno dell’immigrazione denunciando le scelte sbagliate che hanno portato il Fvg ad essere a rischio, dopo le “strette” decise recentemente» e che pur «capendo le ragioni dell’emergenza» non si può pensare «di trasformare uno dei principali punti turistici in un mega centro profughi», ma se proprio lo Stato e la Regione vogliono insistere «guardino, come ha ricordato il sindaco di Tarvisio, ai due autoporti doganali abbandonati adiacenti al confine».

Tra i banchi del centrodestra a piazza Oberdan, ieri, Riccardi non era solo, ma al suo fianco ha trovato – con parole forse ancora più dure – la leghista Barbara Zilli.

«Tra un po’ di tempo il sindaco Carlantoni – ha detto – sarà costretto ad apporre all’ingresso della sua città un nuovo cartello: benvenuti a Tarvisio, prima colonia per sedicenti profughi in Italia. Tarvisio è una cittadina che ha già subito troppo, per effetto dell’eliminazione delle frontiere prima e per la dismissione delle caserme in seguito. Negarle un’occasione concreta come questa per avere un futuro è inconcepibile».

E il problema, per Zilli, è essenzialmente politico. «Da una parte abbiamo Zappalorto – ha proseguito – che indica la Lamarmora come un possibile ricovero di sedicenti profughi in previsione di nuovi arrivi dall’Austria, dall’altra Torrenti che invece prova maldestramente a gettare acqua sul fuoco dicendo che non c’è emergenza. La verità è che si vuole trasformare la montagna in una colonia di profughi, creando business non per il territorio, ma soltanto per la gestione degli immigrati attraverso associazioni e cooperative.

Il Comune di Tarvisio, così, rischia in questo modo di vedere andare in fumo 50 milioni di euro di investimenti che potrebbero portare posti di lavoro e sviluppare il turismo, con importanti ricadute economiche e sociali per tutto il territorio circostante». Senza dimenticare il fatto che la società russa pronta all'investimento «riqualificherebbe un’area che sta cadendo a pezzi mentre mi chiedo quanto costerebbe allo Stato e alla Regione adeguare la struttura per metterci i migranti?».

L’investitore russo, dunque, ma non soltanto, come ha spiegato Renato Carlantoni. «Nonostante il no di Zappalorto – ha sostenuto il sindaco – nelle ultime ore sono stato contattata da un altro potenziale investitore, una finanziaria italiana, che ha confermato l’interesse per la Lamarmora. Porterò tutti, russi e italiani, dal Prefetto per un incontro che mi auguro risolutivo».

Nel frattempo, però, il Consiglio comunale di Tarvisio sarà investito del problema nella seduta di martedì. «Stiamo preparando un ordine del giorno – ha confermato Carlantoni – con un documento da fare votare a tutti, maggioranza e opposizione, per chiedere la riconversione della Lamarmora. Una volta ottenuto il via libera dall’Aula, poi, metteremo in campo altre iniziative per ottenere un risultato fondamentale per tutta la città».

Quali? In primis una raccolta firme sul territorio. «Adesioni al progetto – ha concluso il primo cittadino – che poi saranno consegnate nelle mani della presidente della Regione, Debora Serracchiani, non per puntare il dito contro la giunta, ma per fare capire alle istituzioni quanto tengano i tarvisiani a un progetto che potrebbe rappresentare la chiave di svolta per il futuro della montagna».

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