Cartello sui rifiuti in sanità: dodici imprenditori a giudizio

La decisione del gup sull’inchiesta per un servizio aggiudicato nel 2012. Per la Procura fu pilotata la gara indetta dall’azienda ospedaliero-universitaria.

UDINE. Concorrenti sulla carta, alleate nei fatti. Avrebbero formato un “cartello” le società che, nel 2012, parteciparono alla gara a evidenza pubblica indetta dal Dipartimento servizi condivisi dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Udine, per l’affidamento del servizio di raccolta e smaltimento di rifiuti sanitari, pericolosi e non. Una partita da oltre 20 milioni di euro.

A ipotizzarlo, sulla scorta delle anomalie emerse durante e a conclusione della procedura, era stata la Procura di Udine. Ora, a stabilire se e chi dei dodici amministratori accusati di turbativa d’asta abbia pilotato le gare, sarà il processo al via dal prossimo 22 novembre davanti al giudice monocratico Paolo Milocco.

Considerata la complessità della vicenda, peraltro ormai a un passo dalla prescrizione, ieri il gup Emanuele Lazzàro ha indicato come indispensabile il vaglio dibattimentale, disponendo il rinvio a giudizio per tutti gli imputati. L’istruttoria dovrà chiarire, in particolare, se l’offerta economica relativa all’ultima delle tre gare espletate per aggiudicare l’appalto possa ritenersi congrua e precisare, altresì, il ruolo rivestito da ciascun imputato.

Nell’inchiesta, maturata a seguito di un controllo effettuato dalla Guardia di finanza qualche anno dopo l’affidamento, erano rimasti coinvolti Nunzio Scudieri, 47 anni, residente a Cremona, Sabrina Castagna, 50, di Avezzano, Giovanni Rosti, 56, di Brescia, Claudio Fumaria, 49, di Gubbio, Heinrich Hafner, 63, di Bolzano, Roberto Puviani, 53, di Rovigo, Roberto Olivi, 57, di Reggio Emilia, Cristian Maset, 44, di Fiume Veneto, Andrea Grassi, 57, di Reggio Emilia, Lorenzo Grasso, 60, di Rimini, Ruggero Favaro, 74, di Torviscosa, e Luigi Dean, 53, di Azzano Decimo.

Tutti chiamati a rispondere nelle rispettive qualità di legali rappresentanti o procuratori delle aziende che parteciparono alle gare. E cioè, nelle prime due, il Raggruppamento temporaneo d’imprese formato da Coopservice spa, Hafner & co snc, Spiga srl, Pertot srl e Ispef servizi ecologici srl, un altro Rti composto da Mengozzi spa e Saste servizi ecologici srl, un terzo Rti con Sameco srl e Douglas ecology srl, e, da sola, Team ambiente spa. Alla terza gara - indetta dopo il nulla di fatto della prima e l’annullamento della seconda su ricorso delle escluse -, i partecipanti avevano mutato formazione.

E a spuntarla, con determina del 3 settembre 2012, era stato un raggruppamento “trasversale” che, oltre a portare pace tra i pretendenti a una torta da 20.588.171,04 euro, l’avevano prontamente spartita attraverso i contratti di subappalto sottoscritti con le società non vincitrici e con quelle rimaste fuori dalla terza gara.

Da qui, le imputazioni formulate dal pm Claudia Danelon, perplessa, in particolare, rispetto al balzo all’insù dell’offerta presentata da entrambe le concorrenti: quasi 3 milioni in più della migliore proposta nella gara precedente. Anticipando le argomentazioni che svilupperanno a dibattimento - sede idonea a produrre un apparato probatorio supportato da documentazione tecnica -, il collegio difensivo ha spiegato trattarsi di servizi e, quindi, di offerte non paragonabili. Quanto ai subappalti, se ne è parlato come di una pratica consolidata tra ditte specializzate nel medesimo settore.

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