Calpestata dal cavallo, muore a 12 anni

UDINE. Proprio oggi avrebbe dovuto gareggiare al suo primo concorso ippico in Italia. Gabrielle Harbert – “Gaby”, per tutti –, aveva una passione sfrenata per i cavalli. Li amava fin da quando era piccolissima – una passione nata in America, a Palo Alto, dove era nata –, aveva conseguito da poco il patentino e non più tardi di martedì aveva ricevuto dalla sua istruttrice, Laura, la bella notizia. Poteva anche lei partecipare alla gara in sella al suo “Amino”, un cavallo di razza del circolo equestre “Elle” di San Nicolò, frazione di Manzano.
Tutti i suoi sogni si sono spezzati nella mattinata di giovedì. Gaby, a soli 12 anni, compiuti il 2 luglio, è morta calpestata dal suo cavallo mentre stava per terminare l’ora di equitazione.
La tragedia
Sono da poco passate le 8 quando la mamma, Francesca Cremona, l’accompagna al maneggio. La dodicenne è solita arrivare un’ora prima per preparare Amino e parlare con le altre coetanee. La lezione inizia alle 9. Deve durare circa un’ora.
Qualche minuto dopo le 10 al settimo passaggio consecutivo a una crocetta, gialla e bianca, un ostacolo di 42 centimetri, la tragedia. Il cavallo affronta al galoppo la barriera, la salta, ma poco dopo inciampa. Gaby perde la staffa, e anzichè cadere di lato, viene proiettata in avanti. Un movimento insolito. Amino non riesce a fermare la sua corsa al trotto e la calpesta con gli zoccoli. Un impatto tremendo in seguito al quale viene sfondata la cassa toracica. La giovane cerca di rialzarsi in un gesto quasi istintivo, ma cade a terra priva di conoscenza.
I soccorsi
Le due istruttrici si rendono subito conto della gravità della situazione. A Gaby vengono praticati un massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca. Subito dopo arrivano i soccorsi del 118.
Gaby viene prontamente trasportata all’ospedale di Udine dove i medici comprendono che c’è poco da fare. Si tenta con un intervento chirurgico al cuore di fermare l’emorragia. La ragazza viene tenuta in vita per alcune ore con un respiratore, ma ieri mattina il cuoricino smette di pulsare.
L’inchiesta
La Procura di Udine, che sta indagando sull’intera vicenda, ha disposto ieri pomeriggio l’autopsia sul corpo della dodicenne. L’inchiesta condotta dai Carabinieri della Compagnia di Palmanova non ha ravvisato, al momento, irregolarità al circolo ippico. Per gli inquirenti si sarebbe quindi trattata di una tragica fatalità.
L’istruttrice sotto choc
«È successa una cosa assurda, siamo tutti choccati». Al circolo equestre “Elle” c’è poca voglia di parlare. La struttura si trova in località Casali Birri, nella frazione di San Nicolò di Manzano, in aperta campagna, a pochi metri dal torrente Torre. Al termine di una stradina sterrata si trovano un’area giochi – il circolo funge anche da centro estivo – e poi le stalle, dove sono tenuti i cavalli.
C’è anche Amino, il “fedele compagno” di Gaby, separato dagli altri, in un campo adiacente. Il maneggio esiste da quindici anni e da tre a gestirlo è Laura, che a solo 31 anni è anche istruttrice. Lei, ieri mattina, non se l’è sentita di andare al circolo distrutta nel dolore nella sua abitazione di Manzano. «È’ stata una fatalità, una disgrazia. Una cosa che non deve succedere soprattutto quando si ha a che fare con una bambina, ma purtroppo è andata così», dice piangendo al telefono.
«Gabrielle era una cavallerizza esperta. Non era una principiante. Aveva solo 12 anni, ma praticava questo sport già da quando era piccola in America. Si era presentata al nostro circolo un anno fa. E quello che mi aveva colpito – racconta ancora – era la sua energia, la sua voglia di vivere. Un’energia che vedevo in pochi bambini. Era sempre sorridente. Aveva una faccia buffa che alzava il morale a tutti gli altri. Era una forza della natura. Una trascinatrice. E ci faceva sempre ridere, soprattutto per il suo accento americano».
Gaby amava i cavalli, a tal punto che acconciava le loro criniere. «Aveva una manualità pazzesca, faceva addirittura le trecce – dice ancora Laura –. Gaby era una persona speciale, una promessa di questo sport. E quando le era arrivato il patentino, non più tardi di martedì le avevo detto che finalmente poteva a gareggiare». Ma a quella gara – sospesa dal circolo – Gaby, purtroppo, non è mai arrivata.
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