La tragedia di Manzano, il racconto della mamma di Gaby: "Era il nostro raggio di sole"

UDINE. «Siamo andati al maneggio e lì abbiamo “sentito” Gaby. Abbiamo sentito la sua essenza, la sua voglia di vivere perchè è un posto bellissimo, all’aperto, in mezzo alla natura, dove regna il silenzio. È lì che ha lasciato il suo mondo, fatto di sorrisi, gioia di vivere e di cavalli, la sua grande passione». Francesca Cremona è la madre di Gabrielle. Piange mentre ci fa entrare nella sua casa in centro città, in via Savorgnana.
Gaby aveva solo 12 anni, ma, come spiegano gli zii Diego e Lorenzo, mentre guardano le foto sul computer che ripercorrono la vita della ragazzina «correva a 100 all’ora. Non aveva paura di nulla».
E così quando a maggio era stata vittima di un infortunio cadendo da cavallo, aveva espresso il suo desiderio. «Mamma – aveva detto –, se dovesse succedermi qualcosa un giorno donate i miei organi». Una tragica premonizione. Ma questa era Gaby, «una ragazzina – dice la madre – che pensava agli altri, dava una mano a tutti».
Terzogenita, Gabrielle era nata il 2 luglio 2004, dall’amore di Richard Harbert, di San Francisco, e Francesca Cremona, italiana di nascita, trapiantata in America, alla fine degli anni 70. La coppia si era conosciuta sui campi di calcio di Palo Alto, cittadina a 30 chilometri a sud di San Francisco. «Gaby – racconta la mamma – è stata un regalo per tutti noi».
«È nata in casa», dice Richard, mostrandoci le foto della piccola Gaby nel suo primo giorno di vita. Gabrielle cresce, frequenta le scuole in America, fino a quando il fratello decide di trasferirsi in Italia, perché qui ha come punto d’appoggio lo zio, Lorenzo, dirigente di una società informatica.

Mamma Francesca che lavora per l’agenzia informatica Cisco, riesce a diventare responsabile commerciale per l’Europa e l’Africa e porta con sè tutta la sua famiglia. Scelgono come base il Friuli. «Avrei potuto scegliere – dice Francesca – qualsiasi posto in Europa, ma qui a Udine abbiamo trovato la pace e la tranquillità».
Gabrielle viene iscritta all’ultimo anno delle primarie “Waldorf” di Borgnano, frazione di Cormons. «Abbiamo scelto quell’istituto – spiega ancora la madre – perché le consentiva di continuare con l’insegnamento steineriano come in America».
Nel frattempo Gaby continua a coltivare la sua grande passione: i cavalli. «Voleva praticare l’equitazione – dicono i genitori – fin da quando era piccola, ma siccome avevamo paura, l’abbiamo iscritta a 8 anni. Era brava in tante cose. Si buttava a capofitto in mille avventure. Non aveva paura di nulla. Era piena di vita, con tanta voglia di fare. E allo stesso tempo aveva un cuore grande. Diceva cose più grandi della sua età. Era molto matura».
Gaby aveva già le idee chiare sul suo futuro. «Voleva continuare a fare equitazione – rivela la madre –. Il suo sogno era diventare professionista e fare la veterinaria. Perché per lei il rispetto per la natura e gli animali veniva prima di tutto».
«Noi la ringraziamo per tutto di quello che ci ha regalato in questi dodici anni», dicono i genitori stretti mano nella mano. «Per tutti Gaby era un raggio di sole, tutti la conoscevano perché aveva uno spirito aperto, gioviale».
I funerali si celebreranno nella Domus Magna Belvedere, tenuta agrituristica, in aperta campagna, a Povoletto. «Abbiamo scelto quel posto perché siamo andati un paio di volte in estate. Lì ci sono i cavalli, la natura. È il posto per la nostra Gaby».
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