Caccia al virus: Friuli Venezia Giulia ai primi posti per tamponi eseguiti

UDINE. C’è un numero che indica chi in Italia sta dando seriamente la caccia al virus e chi, per i motivi più diversi, non sta mettendo in campo tutte le armi a sua disposizione. Stiamo parlando del numero che individua i tamponi eseguiti.
Ovviamente non in valore assoluto, ma in rapporto alla popolazione. Ed ecco che – in questa Fase 2 avanzata – tutti si stanno accorgendo che tra le regioni più virtuose c’è il Friuli Venezia Giulia che sta continuando a monitorare la popolazione con una quantità di tamponi consistente.
Questo numero chiave in Friuli Venezia Giulia è 97,8. Significa che dall’inizio della pandemia a oggi, le autorità sanitarie hanno eseguito 97,8 tamponi (la virgola è un dettaglio matematico) ogni mille abitanti. In termini assoluti i test sono stati 118.852 (quelli di ieri sono 2.163).
Per capire come sta andando nelle altre regioni ci si può riferire ai grafici elaborati dal professor Vincenzo Della Mea, docente di Informatica medica del dipartimento di Scienze matematiche, informatiche e fisiche dell’università di Udine.
Secondo le ricerche del docente, il Friuli Venezia Giulia è quinto in Italia. Fanno di più soltanto la provincia di Trento (equiparata a una regione, con 147,46 tamponi su mille abitanti), il Veneto (118,78), la provincia di Bolzano (114,04) e Valle d’Aosta (112,04).
Fanno meno tamponi tutti gli altri. A cominciare da Lombardia (66,62 test su mille abitanti), Emilia Romagna (65,45) e Piemonte (64,71).
«Dai numeri emerge non soltanto che il Friuli si sta impegnando nell’esecuzione dei tamponi – osserva Della Mea – , ma anche che nelle ultime settimane gli obiettivi stanno cambiando. Si può infatti calcolare che in questa fase si fanno mediamente due tamponi a persona, mentre in precedenza questo numero era pari a 1,5. Tradotto, significa che ora ci si sta concentrando di più su alcuni soggetti.
Adesso ci sono meno individui “sospetti”. È probabile che questa ripetizione dei tamponi sia ora rivolta al personale al lavoro nelle strutture sanitarie e questo è utilissimo per tenere sotto controllo l’epidemia».
I grafici del professor Della Mea fotografano l’evoluzione dei vari parametri del coronavirus. Quello relativo ai contagi è uno dei più significativi. Il confronto fra i dati settimanali consente di capire come l’epidemia stia raggiungendo ora i suoi valori minimi.
Nell’ultima settimana infatti i nuovi positivi in Friuli Venezia Giulia sono stati 45: è il dato più basso dall’inizio della pandemia. Si può dunque già tirare un primo bilancio a una ventina di giorni dalla prima consistente riapertura operata in regione il 4 maggio.
«Non c’è stata la tanto temuta riesplosione dei casi di contagio – sottolinea il professore – : i casi positivi sono pochi, per il momento sta andando bene. Adesso si tratta di aspettare una quindicina di giorni per valutare gli effetti delle riaperture di quest’ultima settimana.
Bisogna comunque tenere presente che l’obbligo di indossare la mascherina contribuisce in maniera significativa a tenere lontano il virus. Così come aiuta la possibilità di stare all’aperto offerta dalla stagione. La prudenza deve però restare sempre la stessa. Evitare assembramenti e rispettare il distanziamento sociale restano le regole fondamentali».
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