Blitz nei campi nomadi, presa la banda dei furti: uno al giorno in 18 paesi

Bersagliate Pordenone e Udine. A dicembre avevano saltato solo Natale. Due arrestati, un ricercato. La scusa del campanello per colpire o fuggire

UDINE. Suonavano il campanello e, se qualcuno rispondeva, chiedevano di una fantomatica donna e se ne andavano. Ma se proprietari o inquilini erano assenti, forzavano la finestra e, in pochi secondi, mettevano a soqquadro la casa portandosi via soldi o monili.

Questo, tutti i giorni di dicembre 2014, escluso Natale, in 18 comuni tra le province di Pordenone e Udine. In 23 occasioni il raid è andato a buon fine – e sono gli episodi provati –, mentre in una decina – non attribuiti – il tentativo è andato a vuoto. Mentre agivano, però, i carabinieri erano già sulle loro tracce. Ieri alle prime luci dell’alba, il blitz, in un campo nomadi di Majano e in due insediamenti, nello stesso comune e a Forgaria.

Arrestati Lorenzo Kari, 51 anni, e Omar Braidic, 30 anni, entrambi residenti a Forgaria, ma domiciliati in un campo nomadi di San Tomaso di Maiano; un terzo soggetto è tuttora ricercato. La richiesta di custodia cautelare in carcere è stata avanzata dal pubblico ministero Matteo Campagnaro e autorizzata dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Pordenone Alberto Rossi. Cinque pagine di ordinanza, 21 capi di imputazione, “consumato” tutto l’alfabeto. Per tutti l’ipotesi di reato contestata è di furto aggravato in concorso.

Per l’operazione sono stati impiegati 50 carabinieri e venti mezzi, tra cui due unità cinofile di Torreglia (Padova), un elicottero dell’Elinucleo di Treviso, due unità del terzo reggimento Genio guastatori di Udine con i metal detector. In poche ore sono state eseguite sedici perquisizioni personali e domiciliari, in un campo e due insediamenti nomadi.

Il terzetto, secondo l’accusa, a dicembre, a bordo di una Seat Leon di norma condotta da Kari, aveva fatto visita in abitazioni situate a Pordenone, San Quirino, Aiello, Ruda, Tarcento, Basiliano, Mortegliano, Fagagna, Tarcento, Magnano, Gemona (in questa occasione forzando, durante la fuga in auto, un posto di controllo delle forze dell’ordine), Faedis, Cividale del Friuli, Cervignano, Fiumicello, Moggio Udinese, Sacile e Fontanafredda. Aveva portato via di tutto, per un valore stimato in 50 mila euro.

Per due volte i carabinieri erano stati sul punto di catturare la banda: una volta, appunto, a Gemona, la seconda quando i tre avevano abbandonato precipitosamente l’auto e la refurtiva per strada. Gli appostamenti, però, sono proseguiti per oltre un mese, con tre uomini a turno impiegati. Ieri mattina, il blitz con un elicottero, dall’alto, a illuminare con il faro aereo le aree circondate.

Nessuno ha opposto resistenza, nessuno ha tentato di fuggire dai campi. Rinvenuta un’abbondante quantità di refurtiva: dalle collane agli anelli in oro (quelli che non sono già stati fusi, visto che questa operazione viene compiuta entro le 24 ore dai raid), da un’intera collezione di monete e banconote ad abiti da donna, dall’idropulitrice alla macchina del caffè. Il cane dei carabinieri ha scovato, a 25 centimetri di profondità, pallini da caccia e polvere da sparo.

L’operazione Berkel ha radici lontane. Era il 23 giugno 2014 quando un’omonima affettatrice venne rubata da un agriturismo di Aviano. Poco tempo dopo, si registrarono furti all’hotel Alpino, nella stessa città pedemontana, alla macelleria Partidor di San Foca e allo spaccio aziendale della Martellozzo di San Quirino. Colpi che non sono stati attribuiti al terzetto, ma che hanno permesso di imprimere un’accelerata all’indagine partita dai carabinieri della stazione di Aviano e poi completata dall’aliquota operativa della Compagnia di Sacile.

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