Bandiera vietata al “Friuli” Dialogo Regione-Udinese
I carabinieri che sabato scorso hanno requisito alcune bandiere del Friuli fuori dallo stadio, a pochi minuti dal fischio d’inizio della gara che la Nazionale ha vinto con la Finlandia, si sono semplicemente limitati ad applicare alla lettera le disposizioni previste dal regolamento d’uso dell’impianto dei Rizzi. A confermarlo è la risposta dell’assessore regionale alla Sicurezza, Pierpaolo Roberti, alle interrogazioni presentate nei giorni scorsi dai consiglieri Massimo Moretuzzo (Patto per l’Autonomia) e Mauro Bordin (Lega), in cui si chiedeva un impegno della Regione a far luce sulla vicenda segnalata dal presidente dell’assemblea della Comunità linguistica Friulana (e sindaco di Carlino) Diego Navarria.
Impegno che Roberti (ieri assente in aula perché in missione; a leggere la risposta è stata la collega di giunta Barbara Zilli) si è detto disponibile a prendere, «attivandosi con la società dell’Udinese calcio affinché allo stadio possano essere introdotte anche bandiere del territorio riconosciute legalmente», come quella con l’aquila araldica del Friuli. Se le parti raggiungeranno l’intesa, il Gruppo operativo sicurezza (Gos) dovrà mettere mano al regolamento d’uso dello stadio Friuli, sanando quello che è a tutti gli effetti un paradosso.
Nella sua risposta Roberti cita il decreto legge Amato sulla sicurezza negli stadi e il regolamento della Dacia Arena da cui si evince che è sempre autorizzata«l’introduzione e l’esposizione di bandiere, riportanti solo i colori della propria squadra nonché oggettistica di folklore che, per intrinseca conformazione, non possa impropriamente essere utilizzata quale corpo contundente. È autorizzata l’introduzione e l’esposizione di bandiere nazionali degli Stati rappresentati dagli atleti in campo». —
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