Banca di Cividale, inaugurata la sede ad alta tecnologia FOTO - VIDEO

Il nuovo edificio ha soppiantato il cementificio. Costato 35 milioni, ha bassi consumi energetici
Cividale 15 marzo 2014 Inaugurazione Banca di Cividale. Copyright Foto Petrussi / Ferraro Simone
Cividale 15 marzo 2014 Inaugurazione Banca di Cividale. Copyright Foto Petrussi / Ferraro Simone

CIVIDALE. Se c’era chi prevedeva un’apertura giocoforza sottotono per la pur faraonica nuova sede della Banca Popolare di Cividale - i tempi, si sa, non indurrebbero allo sfarzo - ieri si è dovuto ampiamente ricredere: l’inaugurazione dell’avveniristico complesso sorto al posto dell’Italcementi è avvenuta in un clima da grandi occasioni, con una folla difficile da immaginare in cui le autorità (ce n’erano davvero tante, compreso il presidente dell’Associazione nazionale fra le banche popolari Emilio Zanetti) si sono unite a una moltitudine di dipendenti, loro familiari, cittadini correntisti, amici, curiosi. Tutti riuniti ai piedi di quella che la gente ha ribattezzato “l’astronave” ma che per la banca è più poeticamente “l’albero” le cui radici affondano nella storia e nella comunità locale.

E’ stato così che si è consumata la riconciliazione della città con quella presenza aliena che in tanti hanno visto nascere al posto del vecchio opificio osservandone con occhi increduli le varie fasi fino all’ultimazione. Ieri dunque il taglio del nastro, festeggiato dal sindaco Balloch (uno dei momenti più significativi della storia della città - ha detto -, spero solo che questo albero non si trasformi in una navicella di “visitors”) a cui ha fatto eco l’intervento del presidente della Provincia Fontanini («questo evento fa onore al Friuli, un Friuli che è diventato come un carciofo che si sta squagliando - ha aggiunto – perchè ci stanno portando via troppe cose»).

Al presidente dalla banca Lorenzo Pelizzo, prossimo alla scadenza di mandato, lo spazio più ampio, con il suo ringraziamento al Comune per l’intitolazione della via al padre senatore Guglielmo. Pelizzo ha ripercorso la storia dell’area e la sua trasformazione in quello che vediamo oggi, soffermandosi poi su valori come la mutualità «parola desueta ma che per noi ha sempre rappresentato valore vivo e praticato» ha detto.

All’arcivescovo di Udine Mazzocato il compito di benedire l’edificio e i suoi occupanti: «La nuova sede sia segno vero di rilancio e rinascita - ha detto il presule - e chi guiderà questa banca succedendo al presidente Pelizzo possa proseguire nel cammino mosso dalle grandi virtù dell’onestà e dell’intelligenza». Non si è fatta attendere la risposta del diretto interessato: «L’onestà in quello che ho fatto l’ho messa tutta - ha detto Pelizzo - per l’intelligenza ho sfruttato quello che Dio mi ha dato».
Ai discorsi è seguita la visita (a gruppi) agli spazi interni ma i più sembrano avere preferito l’enorme tendone allestito per il rinfresco, letteralmente preso d’assalto.

 

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