Banca di Cividale: 300 votano ancora per Pelizzo La videointervista

Sarà presidente onorario. Approvato il bilancio con soli 21 voti contrari
Udine 25 Aprile 2014. Cerimonia 25 Aprile in citta'. Foto Copyright Agenzia Petrussi Foto Press Udine
Udine 25 Aprile 2014. Cerimonia 25 Aprile in citta'. Foto Copyright Agenzia Petrussi Foto Press Udine

CIVIDALE. Un’uscita alla grande, incassando l’ennesimo tributo dai soci, in una delle assemblee più affollate della Banca Popolare di Cividale, che ieri ha approvato il bilancio 2013. Ben 945 soci presenti, portatori in proprio e con delega di 1644 voti, si sono presentati all’appuntamento assembleare, ultimo dopo i 43 anni dell’era di Lorenzo Pelizzo.

Il bilancio è stato approvato a larghissima maggioranza: soltanto 21 i contrari, capeggiati dal notaio, Pier Luigi Comelli, che aveva avanzato la sua candidatura come amministratore in assemblea. Al riguardo, due avvocati cividalesi soci, Gian Luca Visonà e Luigi Gottardis, hanno presentato una mozione che impegna il consiglio a valutare l’adozione del provvedimento dell’espulsione a norma dell’articolo 15 dello statuto nei confronti «di quei soci responsabili di comportamenti lesivi dell’onore e della reputazione dell’istituto», con chiaro riferimento allo stesso notaio Comelli. Che ha immediatamente replicato facendo sapere che un’eventuale sua espulsione soltanto per aver invocato il commissariamento sarebbe finita nelle sedi opportune. La patata bollente passa, dunque, nelle mani del prossimo cda che dovrà decidere sul merito. E i soci si sono già divisi in falchi e colombe con i secondo a mettere in guardia su inutili “epurazioni” che potrebbero poi avere un effetto boomerang soprattutto sotto il profilo dell’immagine.

Pelizzo, che ieri ha ingaggiato l’ultima, veemente battaglia verbale sia con Comelli che con Rinaldo Bosco e Clara Osso - che da tempo invocano un drastico cambio di rotta nella conduzione dell’istituto bancario in nome della pulizia morale - ha pure ottenuto una sorta di standing ovation quando su proposta di Gianfranco Romanelli è stata messa ai voti l’ipotesi di nominarlo presidente onorario della Banca, ipotesi tuttavia non prevista dallo Statuto, ma che potrebbe essere presa in considerazione dal nuovo cda. Non solo, ma poco prima altri due soci, Enzo Lorenzon e Mario Brancati, avevano suggerito all’assemblea di votare il presidente uscente nella troika dei tre nuovi componenti il cda per garantire «un adeguato traghettamento».

«Ho ritenuto che sia giunto il momento di affidare ad altri il testimone che ho sin qui portato con responsabilità e assoluta convinzione. Si chiude un ciclo – ha affermato – e se apre uno nuovo. Auspico vivamente che chi viene dopo di me saprà mantenere questa istituzione sui sentieri tracciati dell’autonomia e della mutualità, pur con i necessari adeguamenti che i tempi richiederanno». ha ringraziato tutti, ma soprattutto i soci «Il mio grazie più convinto e sentito va a voi soci – ha sottolineato - che avete sostenuto in questo decenni la strategia del consiglio di amministrazione da me presieduto, sostegno che ci ha consentito di traghettare la banca sino al suo 127° anno di attività in salute e autonomia. Naturalmente, non posso che stigmatizzare il comportamento di quanti, invece, in verità pochi, hanno operato in opposizione a questo percorso mettendo a rischio l’indipendenza della banca per inseguire interessi di parte cotrari allo spirito cooperativistico che la contraddistingue».

Tra i dati più significativi del bilancio consolidato del Gruppo Banca Popolare di Cividale emerge - stando alla relazione del presidente - un risultato netto della gestione di 88,2 milioni di euro (+58,7% sull’anno precedente) e accantonamenti per crediti deteriorati per 118,9 milioni, quasi tre volte superiori a quelli effettuati nel 2012 che hanno determinato una perdita d’esercizio di 35,8 milioni. In particolare - si legge nella nota ufficiale - i crediti in sofferenza, attestati a 158, 9 milioni, con un incidenza nel portafoglio crediti del 5,1%, hanno ora una copertura del 58,1% (oltre alle garanzie ipotecarie), elemento - chiosa la nota della banca - più che rassicurante per gli azionisti e lo stesso istituto.

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