Autovie punta all’aumento dei pedaggi, ma il ministero blocca i rincari

La concessionaria ha fatto richiesta di un incremento del 1,48 per cento. Lunedì 31 dicembre arriverà da Roma la risposta ufficiale. Il presidente Castagna: risorse che sarebbero state destinate alla terza corsia

L’ufficialità si avrà solo lunedì 31 dicembre. Perché solo lunedì arriverà dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti - con un decreto interministeriale (Infrastrutture-Economia) - la risposta alla richiesta della concessionaria autostradale Autovie Venete di ritoccare i pedaggi dell’1,48 per cento a partire dal 1 gennaio 2019. Una risposta che, quasi certamente, sarà negativa. Perché l’intenzione, come riferiscono fonti del Mit, è quella di bloccare gli aumenti delle tariffe su gran parte della rete autostradale. Questo, ovviamente, a meno di colpi di scena in zona Cesarini.



Dunque, le tariffe attuali nelle tratte autostradali A4 Venezia-Trieste, A23 Palmanova-Udine Sud, A28 Portogruaro-Pordenone-Conegliano, A57 tangenziale di Mestre (con competenza fino al Terraglio) e della A34 Villesse Gorizia, per un totale di 210,2 Km - saranno confermate anche per il 2019.


Una richiesta, quella inoltrata al ministero dal presidente Maurizio Castagna, come conferma lui stesso, «per coprire i costi della terza corsia dell’A4. Si sarebbe comunque trattato di aumenti davvero molto contenuti». Nei cantieri, infatti, si continua a lavorare a pieno ritmo: l’obiettivo è riuscire ad aprirla al traffico, perlomeno parzialmente, entro la fine del 2019.


Gli aumenti negli ultimi otto anni - a eccezione del 2016 - non sono mai mancati all’inizio di ogni anno. Dal 2011 al 2018, gli incrementi, differenti a seconda della tipologia di veicolo, variano dai 50 centesimi per le auto nella tratta Udine Sud- Palmanova fino a 5 euro per gli autoarticolati nella tratta Trieste-San Donà di Piave (da 13,70 a 18,70 euro).

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Il casello di Roma Nord sull'autostrada A1 in una foto d'archivio. Il Tar del Lazio ha disposto l'annullamento del decreto ministeriale che ha aumentato le tariffe sulle strade che si interconnettono con autostrade e raccordi autostradali in gestione diretta dell'Anas, compreso il Grande Raccordo Anulare di Roma. ANSA/MASSIMO PERCOSSI


Nella tratta Udine Sud-Trieste l’incremento in questo periodo, per chi viaggia a bordo di un’automobile, è stato di 1,20 euro. Con l’eventuale ritocco dell’1,48 per cento, i pedaggi sarebbero ritoccati di 5-10 centesimi. Rincari minori rispetto al passato (per coprire le spese della terza corsia) quando, come avvenne nel 2014, ammontarono al 7,17 per cento al +12,63 per cento nel 2013 rendendo il costo al chilometro tra i più alti d’Italia. Numeri alla mano, si osserva che chi transita adesso nel tratto Udine Sud-Trieste con un caravan paga 2,20 euro in più rispetto a sette anni fa, mentre per chi transita tra Trieste e San Donà di Piave l’aumento è stato di 4,10 euro.

La formula utilizzata per il calcolo dei pedaggi, è quella del “price cap” che comprende il recupero dell’inflazione programmata più una serie di variabili legate alla qualità del servizio, alla pavimentazione e al tasso di incidentalità, alle quali si aggiunge quella correlata al livello degli investimenti che, per Autovie Venete, sono estremamente significativi.

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Non tutto ciò che Autovie Venete incassa, però, resta alla concessionaria. Una parte, pari al 2,5 per cento circa va ad Anas, l’Iva (22 per cento) va allo Stato, un’ulteriore quota viene utilizzata a copertura degli investimenti e un’altra è destinata alle spese di manutenzione: dalla gestione degli impianti tecnologici e agli interventi più vari sulla rete.

In caso di risposta negativa da Roma, però, come riferisce lo stesso Castagna, grazie al costante incremento dei traffici, si riuscirà comunque a far fronte ai pagamenti per le opere e le varie infrastrutture.

Insomma, quella che si respira nei corridoi del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture è un’aria di ottimismo per una sterilizzazione - che ormai viene giudicata certa - degli aumenti delle tariffe su gran parte della rete autostradale.

Almeno per quanto riguarda le tariffe autostradali il 2019 non dovrebbe portare aumenti. Nella capitale, infatti, si sta studiando un metodo per garantire un blocco dei pedaggi e fare in modo che, in caso di adozione, dovranno essere minimi. A meno - come detto - di ultimi colpi di scena.

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