Atti processuali rubati, due anni a un legale

PORDENONE. L’avvocato Edoardo Longo, 56 anni, di Pordenone, è stato condannato a due anni di reclusione e 600 euro di multa, con la sospensione condizionale della pena detentiva, per furto aggravato e distruzione di documenti processuali. Il giudice monocratico Monica Biasutti lo ha assolto perché il fatto non sussiste dall’accusa di calunnia. Il pubblico ministero Annita Sorti aveva chiesto tre anni e quattro mesi, il difensore, l’avvocato Sandra Cisilino, l’assoluzione per non avere commesso il fatto.
Epilogo del processo – l’indagine era cominciata nella primavera 2010, culminata con la misura cautelare dei domiciliari, per 17 giorni, applicata al legale – ieri, con due ore di discussione, a tratti molto dura, tra accusa e difesa e una di camera di consiglio prima del verdetto, pronunciato a metà pomeriggio. La difesa, peraltro, aveva chiesto la sospensione del processo con istanza di rimessione depositata a marzo; la Cassazione aveva già espresso diniego e il giudice, con un’ordinanza, ha rigettato la domanda e disposto la discussione.
Edoardo Longo, iscritto all’albo degli avvocati dal 13 giugno 1990, dal 1986 al 1991 era stato vicepretore onorario all’allora pretura del tribunale cittadino; dal 2003 è iscritto all’albo speciale dei cassazionisti.
Il pubblico ministero ha ripercorso la vicenda cominciata ad aprile 2010 quando, esaminando un’opposizione a decreto penale di condanna relativa al legale, gli inquirenti avevano segnalato la mancanza di un documento – una sit relativa a una testimone mai più trovata – dal fascicolo. «Un’unica persona, il 13 marzo, aveva avuto accesso agli atti, avendone diritto come parte in causa».
A fine mese il legale aveva chiesto formalmente copia del fascicolo. Il 30 marzo, nel corso di una perquisizione nello studio del professionista, era stata trovata copia scansionata e salvata sul pc di un documento la cui scomparsa non era emersa prima: una lettera, scritta a mano, di un pubblico ministero al procuratore. Era stata stampata su carta da riciclo.
«L’unica persona che ha toccato quel fascicolo – ha concluso il pubblico ministero Annita Sorti – è stato Edoardo Longo». Smentita, dall’accusa, la circostanza che il legale avesse ottenuto le fotocopie del documento in via informale: da qui l’accusa di calunnia nei confronti del personale amministrativo di palazzo di giustizia, accusa dalla quale, ad ogni modo, Edoardo Longo è stato assolto.
Per l’avvocato Sandra Cisilino, difensore dell’imputato, vi sarebbero state diverse «omissioni probatorie» da parte dell’accusa: «Succede a tutti di ottenere alcuni documenti in via informale». Quanto alla perizia sul documento rinvenuto nello studio professionale, «non è stato possibile appurare se la scansione fosse avvenuta proprio lì, tanto che il perito della procura aveva chiesto un supplemento di indagine».
Per la difesa, insomma, «manca la scientificità dell’accertamento, visto che è stato compiuto con un programma scaricato gratuitamente da internet», mentre non vi sarebbero prove, nemmeno quelle delle telecamere interne, per ritenere il legale responsabile del reato. «Edoardo Longo – ha chiosato – ha subito una sorta di “persecuzione”: 17 giorni ai domiciliari, una cinquantina di procedimenti dai quali è stato assolto».
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