Anziani, mamme e bambini: tutti in coda sotto la pioggia per il tampone. E non c’è privacy: «I nomi ad alta voce»

In via Chiusaforte e al Gervasutta la protesta di chi fa il test. L’assessore Riccardi: pensiamo a nuovi spazi
La fila per i tamponi al Gervasutta
La fila per i tamponi al Gervasutta

UDINE. Lunghe code per fare i tamponi, sotto la pioggia battente o sotto il sole. Fino a qualche settimana fa al caldo. Ora al gelo. Accade nei due dei principali punti scelti per effettuare i test di positività al Covid-19: all’esterno dell’ospedale Gervasutta e in via Chiusaforte. E non mancano le polemiche.

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Freddo, vento e pioggia hanno creato forti disagi alle molte persone in coda: più di un’ora, cercando riparo sotto l’ombrello. In una situazione di per sé già di stress e di tensione, nell’attesa di scoprire un’eventuale positività da coronavirus, le persone hanno lamentato tempi troppo lunghi e mancato rispetto della privacy, visto che chi ha preso un appuntamento è stato chiamato per nome e cognome ad alta voce.

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Un reparto di terapia intensiva durante l'emergenza. ANSA/ANGELO CARCONI


Conscio della situazione il vicepresidente della Regione Fvg con delega alla Salute, Riccardo Riccardi: «I test rapidi cambieranno radicalmente tutto, speriamo di averli disponibili al più presto – commenta –. In questa fase cerchiamo di dar seguito alle numerosissime richieste. Apriremo nuovi punti sul territorio (tra le ipotesi in cantiere c’è l’utilizzo degli spazi della fiera di Udine). Il Friuli Venezia Giulia – assicura – è tra le regioni con il più alto numero di tamponi per abitante in tutta Italia».

Migliaia le verifiche effettuare ogni giorno in città, che vanno di pari passo con l’aumento dei casi di Covid riscontrati. Ora l’attesa si prolunga per oltre un’ora, ma l’obiettivo di Regione Fvg e Azienda sanitaria è quello di scendere a meno di mezz’ora nel momento in cui i test rapidi saranno a disposizione. I tamponi programmati dal Dipartimento di prevenzione sono effettuati tutti i giorno, sabato e domenica compresi, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19. Ma, evidentemente, non basta, in quanto esiste anche un problema di personale.

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A metterlo in evidenza è Stefano Bressan della Uil: «Le segnalazioni che abbiamo non arrivano solo dai cittadini, ma dagli stessi operatori che fanno i tamponi, che non lavorano serenamente vista la situazione e i tempi di attesa che si vengono a creare. Servono un rafforzamento del personale e nuovi punti per fare i tamponi. Criticità che vanno risolte al più presto. Per questo ci stiamo già muovendo con i vertici dell’Azienda sanitaria per ottenere risposte».

Chi mesi fa aveva avvisato sul rischio che il sistema andasse sotto pressione, è la consigliere regionale dei Cittadini, Simona Liguori: «Ci era stato detto che la situazione era sotto controllo, ma ciò che sta accadendo ci restituisce un’altra realtà. È indispensabile un potenziamento del personale dei dipartimenti di prevenzione, ma fin’ora la Regione latita, e le risposte attese tardano ad arrivare».

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