All’ex valico ricordano anche altri delitti

TARVISIO. Sta assumendo le proporzioni di un giallo internazionale il ritrovamento del cadavere mummificato di un uomo, probabilmente un camionista, rinvenuto giovedì scorso nei pressi del valico confinario di Coccau, in una nicchia della prima galleria ferroviaria in territorio italiano, quella che, superato in viadotto l’autostrada, si immette sotto il monte Leila per fuoriuscire poco prima della stazione di Boscoverde. Il fatto che possa trattarsi di omicidio ha suscitato impressione anche a Tarvisio e soprattutto al valico stradale di Coccau, i cui esercizi pubblici erano un tempo molto frequentati dai camionisti che si fermavano i giorni festivi in attesa di riprendere il viaggio.
Sarà il cadavere di un autista dell’Est come stanno accertando gli inquirenti o qualche altro povero uomo? «Sicuramente è un mistero che impressione ancor più se si tratta di morte violenta – commenta Riccardo Busettini della pizzeria Italia –, ma fra i nostri clienti sono ormai ben pochi i camionisti, visto che i Tir non transitano più sulla statale, ma esclusivamente in autostrada e solo di tanto in tanto notiamo gente strana che parla le lingue dei paesi dell’Est-Europa».
È, indubbiamente, una brutta storia di confine che trova risalto anche sui media austriaci. Per la signora Franca, che con il figlio Francesco Piussi conduce lo storico bar Alpi Giulie, l’episodio ricorda quello della morte, qualche anno fa, della giovane clandestina russa deceduta, per cause naturali, nella disabitata ex caserma Meloni dove aveva cercato rifugio. «Di camionisti ne vediamo veramente pochi – aggiunge –, ormai al valico autostradale non si fermano e i punti sosta per loro sono in Austria, nella zona di Arnoldstein».
Ieri osservava il turno di riposo il bar di Pividori e “Da Clelia” abbiamo riscontrato, oltre l’impressione per questa vicenda, molto dolorosa e triste per una famiglia lontana, anche un po’ di preoccupazione essendo ancora vivo il ricordo per le uccisioni di non tanti anni fa, nel 1999, lungo il Canal del Ferro, dei camionisti cui venivano rubati i mezzi. «Anche se da quando è stata chiusa la dogana ben pochi autisti salgono dall’autostrada fin da noi – hanno commentato le gestrici – bisogna adoperare sempre attenzione con gli estranei. Sono per la maggior parte camionisti dell’Est che preferiscono farsi da mangiare da soli, oppure, si rivolgono ai trattori austriaci che tengono aperto fino a notte inoltrata».
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