Alberghi senza l’agibilità: accuse a Borgatti e Teghil

Lignano: a giudizio l’ex comandante della polizia municipale e l’ex assessore Dalla Procura richiesta di condanna per entrambi. Prossima udienza il 19 luglio

di Alessandra Ceschia

LIGNANO

Quegli alberghi, fra i più prestigiosi di Lignano, non avevano i presupposti necessari per essere riaperti al pubblico. Tutti, quantomeno, difettavano dei requisiti relativi all’agibilità, in alcuni casi però, vi erano anche altre carenze. Ma a Lignano, a quel tempo, non si sistemavano le irregolarità, si cercavano le scappatoie.

A sostenerlo, ieri, nella sua requisitoria pronunciata dinanzi tribunale di Udine riunito in composizione collegiale e presieduto dalla dottoressa Angelica Di Silvestre, è stato il sostituto procuratore Claudia Danelon che ha chiesto una condanna a 2 anni e 6 mesi per Enio Borgatti, allora comandante della polizia municipale, e a 2 anni e 4 mesi per Carlo Teghil già assessore al commercio e alle attività produttive di Lignano, chiamati a rispondere delle accuse di omissione di atti d’ufficio e di abuso.

Richieste pesanti a fronte delle quali gli avvocati difensori di Enio Borgati, Bruno Malattia, e di Carlo Teghil, Luciano Missera, hanno chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste, in un caso, e perché non costituisce reato, nell’altro, e sulle quali il collegio giudicante si esprimerà il 19 luglio, data della prossima udienza.

In quella che si è tenuta ieri al tribunale di Udine la pubblica accusa ha rimarcato attraverso le deposizioni rese dai testi i cardini del castello accusatorio.

A entrambi gli imputati era contestato in concorso in omissione di atti d’ufficio e abuso in relazione a ordinanze emesse nel 2003 nei confronti degli alberghi Vienna a Marina Uno; il concorso in abuso per le attività alberghiere Nuova Graziosa, Flora, Rossini e Raggio di Luna. Ambedue devono rispondere dell’accusa di omissione per la pratica relativa al bar ristorante Al chiosco e abuso d’ufficio per la pratica riguardante l’albergo Soraya. A Borgatti è stato, inoltre, contestato l’abuso per il rilascio di un’autorizzazione provvisoria per un passo carrabile.

Dalle deposizioni rilasciate dai testi nel corso delle numerose udienze che si sono succedute nel corso degli anni «è emerso chiaramente come gli alberghi fossero privi dei necessari requisiti di agibilità quando è stata emessa l’ordinanza di revoca» ha argomentato il pubblico ministero, indicando l’esistenza di un disegno criminoso attraverso il quale alcune strutture alberghiere che erano state colpite da ordinanze di cessazione in virtù di alcune carenze e che, all’approssimarsi dell’avvio della stagione turistica, ancora non erano in grado di aprire al pubblico, furono messi in condizione di riaprire.

Accuse che gli avvocati difensori hanno respinto, proponendo per i propri assistiti l’assoluzione.

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