Aggressione, la pugile denunciata per simulazione di reato

Pordenone: è l’esito degli accertamenti della Questura sul caso di Daiane Ferreira. L’ipotesi di accusa ulteriore è quella di procurato allarme. L’avvocato difensore: «É solo una vittima»

PORDENONE. È stata denunciata per simulazione di reato e procurato allarme la pugile italo-spagnola Daiane Ferreira, di 28 anni, residente a Pordenone, che una settimana fa sul proprio profilo Facebook, aveva scritto di aver subito un tentativo di aggressione notturna da parte di tre stranieri, rifugiati, nella zona della stazione ferroviaria. Nel post era spiegato che aveva messo al tappeto i tre con un'azione repentina, e che un testimone aveva chiamato la Polizia, intervenuta in pochi minuti.

Pugile aggredita, «non erano profughi»

Le indagini della Questura di Pordenone, scattate dopo che la donna aveva confermato la propria versione ai quotidiani locali e nazionali, ha però smentito questa ricostruzione. La Squadra Mobile ha invece accertato che non c'erano presenze sospette nella zona all'ora indicate, che nessuna telefonata è giunta al 113 e che nessuna pattuglia ha rilevato un tentativo di violenza. Chiamata a rispondere in Questura, la pugile aveva consegnato spontaneamente il post pubblicato su Facebook relativo alla vicenda.

Quanto alle accuse di procurato allarme e di simulazione di reato, nonostante la presunta vittima dell'aggressione abbia deciso di non sporgere denuncia contro ignoti, sono state formalizzate poiché la donna non si è limitata a raccontare l'accaduto in una bacheca come quella del suo profilo social – con il messaggio che è stato comunque subito condiviso da numerosi “amici”, divenendo virale -, ma ha anche rilasciato interviste specifiche alla stampa locale (riprese anche dai media internazionali).

Caso pugilessa, la polizia indaga

IL COMUNICATO INTEGRALE DELLA POLIZIA DI STATO

La Polizia di Stato di Pordenone ha deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pordenone una donna di anni 28, residente a Pordenone, per i reati di simulazione di reato (art. 367 c.p) e procurato allarme (art. 658 c.p.).

In particolare, le indagini immediatamente avviate da personale della "Squadra Mobile", hanno consentito di accertare che la summenzionata donna ha falsamente affermato in data 7 ottobre 2016 sul social network facebook e nei giorni successivi su organi di stampa ed in sede di sommarie informazioni alla polizia giudiziaria, di essere stata vittima di un’aggressione in questo capoluogo da parte di tre uomini, asseritamente cittadini stranieri richiedenti asilo.

LE DICHIARAZIONI DELL'AVVOCATO DIFENSORE

«La situazione che si è creata è paradossale: da vittima di un tentativo di aggressione, la mia assistita è stata denunciata per simulazione di reato; sapremo fornire gli elementi per dimostrare che quell'episodio notturno c'è stato davvero»: lo ha detto, all'Ansa, Domenico D'Aniello, avvocato di fiducia di Daiane Ferreira.

«È solo una vittima: spiace perché avevamo preferito una posizione defilata, senza nemmeno procedere con la denuncia contro ignoti. È chiaro che adesso il nostro atteggiamento muterà».

Il legale ha espresso rammarico perché si è «voluto montare un caso nazionale sull'aggressione, quando Daiane aveva subito precisato di non voler generalizzare le accuse contro gli stranieri, categoria di cui anch'ella fa parte. Stiamo cercando testimoni che possano avvalorare quanto accaduto alcuni elementi sono già in nostro possesso e li forniremo all'Autorità giudiziaria».

Circa il post depositato in Questura e non corrispondente all'originario, per D'Aniello si è trattato di un equivoco: «Era stato rimosso per non preoccupare dei congiunti che si trovano all'estero, una volta che la vicenda stava assumendo clamore nazionale. Offriremo il nostro aiuto per chiarire anche questo aspetto».
 

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