Caso pugilessa, la polizia indaga

La Questura ha aperto un’indagine per «acclarare eventuali responsabilità» in merito all’aggressione subita dalla pugile professionista Daiane Ferreira mentre portava a passeggio il suo cane venerdì notte in via Candiani. L’atleta aveva raccontato l’episodio in un post su Facebook, poi rimosso. La sua storia ha fatto il giro del web, regalandole una popolarità inaspettata. Per molti è diventata un’eroina e un’ispirazione – la potenziale vittima che coglie di sorpresa i suoi aggressori stendendoli invece a colpi di boxe – , altri invece hanno cominciato a dubitare della sua storia.
La giovane è stata sentita a lungo dagli investigatori della polizia ieri mattina come persona informata sui fatti. L’hanno accompagnata il suo preparatore tecnico Gianbattista Boer e l’avvocato Domenico D’Aniello.
L’avvocato D’Aniello precisa che nessuna indagine è stata aperta a carico di Daiane: «È una vittima e in questa veste è stata sentita. Rilasceremo dichiarazioni soltanto alla conclusione delle indagini».
«Daiane Ferreira ha fornito la propria versione dei fatti», riferisce la scarna nota diramata da piazzale Palatucci. Del caso si sta occupando la Squadra mobile di Pordenone, coordinata da Silvio Esposito.
Saranno acquisite dalla polizia le immagini delle telecamere nella zona per trovare riscontri e individuare gli aggressori descritti dalla pugile. La Rete solidale ha riferito infatti che all’ex caserma Monti non ci sono ospiti che presentano lividi (e così ha confermato la Prefettura).
Dove sono finiti i tre aggressori che nel post su Facebook rimosso Daiane descriveva così: «Tre rifugiati che non hanno documenti»? Agli investigatori il compito di appurarlo. Al momento non è stata formalizzata una denuncia da parte della 28enne di origine spagnola e residente a Pordenone. Non risulta che quella sera siano intervenute forze dell’ordine in via Candiani all’orario indicato dalla boxeuse. La stessa polizia, chiamata in causa nel post («un signore chiama subito la policia arriva tutti e 3 a terra e mi voleva portare a me in questura») ha già puntualizzato di non essere mai stata allertata quella sera e di non aver inviato proprie pattuglie.
Daiane Ferreira, nel lungo colloquio con gli investigatori, ha confermato alla polizia il tentativo di aggressione, ma ha anche fornito chiarimenti sul contesto. Alla polizia è stata consegnata una copia integrale del post su Facebook.
Secondo quanto riferito dall’Ansa – e non confermato dall’avvocato D’Aniello – la giovane avrebbe precisato agli investigatori che «il tentativo di aggressione c’è stato, ma non sono intervenuti gli agenti della Polizia e non ci sono i testimoni dei quali aveva parlato nella prima versione del racconto».
«In relazione al post su Facebook – afferma ancora l’Ansa – Ferreira ha precisato che si è ingenerato un cortocircuito di informazioni, che parlavano della presenza di agenti della Squadra volante e di testimoni sul posto, notizie poi rivelatesi infondate». (i.p.)
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