Addio a Edi Fuart, presidente dell’Anffas

Aveva 74 anni: dopo la perdita del figlio, si dedicò con la moglie Maria Cristina ai problemi delle persone con disabilità

ARTEGNA

È morto Giuliano “Edi” Fuart, presidente regionale dell’Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e relazionale (Anffas), che perde così un uomo che si è speso per tutta la vita nell’ambito del volontariato a favore dei portatori di disabilità. Edi - questo il nome con cui era più conosciuto - è mancato domenica sera, all’età di 74 anni, nella sua casa di Sornico ad Artegna, dove viveva con la moglie Maria Cristina Schiratti. Da tempo aveva problemi cardiaci e negli ultimi due mesi le sue condizioni erano molto peggiorate.

Edi Fuart era originario di Perteole di Ruda e nella sua vita aveva lavorato come dirigente prima alla Zanussi di Pordenone e poi alla Seleco di Campoformido. In seguito, con la moglie aveva gestito prima l’azienda agricola Ronco di Gramogliano, a Corno di Rosazzo, e successivamente l’Antica Bottiglieria Haring, a Tarvisio, che la coppia aveva chiuso nel 2009. La vita di Edi Fuart era fortemente legata al mondo del volontariato, che lo aveva visto assumersi il ruolo di presidente de “La nostra famiglia” di Campoformido, di consigliere dell’Associazione italiana assistenza spastici (Aias), e, infine, di socio prima e presidente poi dell’Anffas del Friuli Venezia Giulia. Confermato presidente due anni fa, dopo avere svolto tale incarico per tre mandati tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio del Novanta, e anche all’inizio del nuovo millennio, attualmente era ancora in carica.

Proprio all’inizio degli anni Novanta, Edi perse il figlio ventenne Alessandro, che era portatore di disabilità intellettive. In quel periodo conobbe Maria Cristina Schiratti, in seguito sua seconda moglie, anche lei impegnata nell’Anffas della quale è tuttora presidente della sezione di Udine. Insieme a lei, e ai tanti volontari dell’associazione, Edi Fuart ha fatto moltissimo per aiutare le persone colpite da disabilità: dal progetto “Diversamente doc”, che vede i disabili impegnati a realizzare un ottimo vino, alla “Carta dei servizi”, con l’Anffas di Gorizia in collaborazione con l’Aas2, senza dimenticare che fu grazie al suo lavoro che furono fondati il “Coordinamento delle associazioni di disabili” e la relativa “Consulta regionale”, tuttora operativi.

Nella scorsa primavera, aveva organizzato il convegno “Dopo di noi” al centro Balducci di Zugliano. Sono innumerevoli le attività portate avanti da Fuart. «Si è battuto tutta la vita, affinché le persone portatrici di disabilità potessero avere una vita dignitosa», ricorda la moglie Maria Cristina. Insieme a lei, Fuart lascia anche la figlia Francesca: sarà salutato ufficialmente nel corso di una cerimonia laica che si svolgerà domani, alle 17, nella casa funeraria Benedetto di Tarcento. La cerimonia sarà aperta a tutti. —



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