Venanzio Ortis: basito, sono gli atleti di punta

UDINE. Unanimi e concordi i commenti di alcuni dirigenti e personaggi dell’atletica regionale sulla bufera scoppiata ieri sui ventisei atleti azzurri che sono risultati coinvolti nell’inchiesta Olimpia, deferiti dalla Procura antidoping della Nado - Italia per violazioni dell’articolo 2.3 (eluso controllo) e dell’ articolo 2.4 (mancata reperibilità), violazioni che prevedono 2 anni di squalifica nel regolamento antidoping.
«Il deferimento di un atleta all’autorità giudiziaria – afferma Franco De Mori, segretario del comitato regionale della Fidal con sede a Trieste – non significa assolutamente colpevolezza. Una cosa è essere pizzicati per uso di sostanze vietate e un’altra è non farsi trovare ai controlli».
«In tutti gli sport – aggiunge – può capitare che un atleta, o per negligenza o per improvvisi motivi, dimentica di notificare agli organi preposti alle verifiche la sua assenza e l’allontanamento dalla propria abitazione».
«Peraltro – De Mori mette le mani avanti –, bisogna sottolineare che tra i deferiti non c’è alcun atleta della nostra regione. La maratoneta Anna Incerti, che è siciliana, ha sposato l’udinese Stefano Scaini, ex campione mondiale juniores di corsa in montagna».
Venanzio Ortis, ex campione europeo sui 5.000 a Praga: «Resto basito e a bocca aperta per quanto è successo, soprattutto perché quasi tutti i deferiti sono atleti azzurri della squadra nazionale assoluta. Sinceramente non so che dire, né posso dare una risposta a questi incredibili fatti. Auspico una rapida conclusione dell’iter giudiziario, ma soprattutto che non ci siano colpevoli né responsabilità di altri».
Vincenzo Mazzei
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