Veluscek, in un anno ha conquistato un posto in Nazionale

TARVISIO
Il lussarino Francesco Veluscek, neofita del carving, alla prima stagione di attività fra le curve attorno alle boe, ha conquistato un posto nella neocostituita nazionale italiana della giovane disciplina dello sci alpino. Un’impresa clamorosa. Hanno giocato in suo favore gli ottimi risultati conseguiti nella Fis Carving Cup, la Coppa del mondo delle curve con gli sci sciancrati: sul podio all'esordio sul monte Bondone, terzo nella speed (con una sola boa) e poi i due terzi posti di Bardonecchia, dove si è gareggiato anche per i Mondiali, quindi, la seconda piazza nello speed dell'Abetone e, infine, le due vittorie, sempre nella gara speed, di Roccaraso e di Auron, in Francia. A corollario della splendida annata di Francesco Veluscek, "Paco" per gli amici, oltre ai bronzi mondiali, c'è anche il bronzo della speed dei campionati italiani assoluti. Insomma un palmares sostanzioso. «Ho avuto delle belle soddisfazioni - racconta Francesco - e pensare che mi sono avvicinato al carving quasi per per gioco, su proposta dell'allenatore Michele Della Mea che mi ha fatto esordire al Bondone, dove, il primo giorno sono giunto ottavo, ma l'indomani, nello speed è stato già podio con grande sorpresa di tutti, compresa la mia. Questi risultati mi hanno dato grande convinzione, anche perchè, il mio morale non era certo al massimo». Come mai? «A 20 anni, sebbene abbia ottenuto buoni risultati anche in campo internazionale, non sono riuscito a entrare in un gruppo sportivo militare per continuare la mia attività agonistica nello sci alpino (quest'anno Veluschek ha conquistato anche i due titoli regionali di speciale e gigante, ndr): il futuro sembrava nero, invece, il carving mi ha aperto una porta importante». Il carving, tuttavia, è una disciplina che conta ancora tanti praticanti. «È vero, ma il numero degli appassionati sta crescendo. La rivista “Sciare” aveva visto giusto, quando, con l'arrivo degli sci sciancrati, ha proposto un circuito di gare specifiche. Nel 1998 la disciplina è stata riconosciuta dalla Fis e spero che in futuro possa anche diventare specialità olimpica».
Come può vivere senza pesare sulla famiglia un atleta che vuole emergere a livello mondiale? «Lavorando. Grazie a Gabriella Paruzzi e a suo marito Alfredo, io quest'estate faccio il cameriere al ristorante Rododendro. Una mano, poi, me l’ha data anche lo Sci club monte Lussari che mi permette di fare l’allenatore. Tutto questo sperando in uno sponsor, magari la Regione che mi piacerebbe rappresentare in Coppa del mondo».
Giancarlo Martina
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