Udinese, l’analisi di Alessandro Calori: «Speriamo che Florian recuperi»

Stefano Martorano

 

«Speriamo che Thauvin rientri con l’Inter, anche perché sarei curioso di vedere un’evoluzione stuzzicante in attacco col francese alle spalle di Davis e Lucca». Preoccupazione e ambizione s’intrecciano nei pensieri a tinte bianconere di Alessandro Calori, già proiettato alla ripresa del campionato che domenica 30 marzo porterà l’Udinese al Meazza, a cospetto della capolista Inter, da sfidare alle 18. È la sfida in cui anche l’ex capitano, proprio come tutti i tifosi della Zebretta, spera di ritrovare Thauvin a pieno servizio dopo averlo rimpianto col Verona, nella sconfitta maturata proprio sotto gli occhi di un Calori che ha anche alzato l’asticella al collega Kosta Runjaic.

Calori, l’Udinese è andata alla sosta con la sconfitta che ha smontato i sogni europei...

«Vero, ma ci sono ancora tutti i mezzi per fare ancora la rincorsa verso quota 50. E poi mai dire mai nel calcio. L’importante è riprendere slancio anche perché col Verona è stata una sconfitta episodica e in parte condizionata dall’assenza di Thauvin».

La sosta è cascata a fagiolo per il capitano che lamenta dolore al piede destro.

«Speriamo proprio che recuperi perché in questa stagione Florian si è proprio ritrovato. Col Verona è mancata la sua fantasia».

Guardando già a Milano, che Udinese troveremo?

«Al di là del recupero di Thauvin, l’Udinese sa dare fastidio a tutti, specie alle grandi, anche per la sua fisicità. È un fattore che potrebbe aumentare col recupero di Davis, che apre anche a diverse soluzioni tattiche. Tutto però passa dalla condizione atletica degli attaccanti».

A quali soluzioni tattiche si riferisce?

«Sarei curioso di vedere un’evoluzione con Davis e Lucca di punta e con Thauvin alle loro spalle. Poi ovviamente spetta al mister fare l’alchimista, ma con tre attaccanti così là davanti sarebbe tanta roba».

Sarebbe perseguibile con la difesa a 4?

«Questa è una squadra tosta e coesa che dietro ha trovato la quadra anche grazie al lavoro dell’allenatore. Giocare a 4 o a 3 dipende poi dalle caratteristiche dei giocatori».

Arriviamo così alla difesa che ha rubato l’occhio da quando Solet è entrato in gioco a gennaio...

«Solet si è preso la scena, ma la quadra è stata trovata perché si compensa molto bene con Bijol. Sono due giocatori di spessore che sanno coesistere. Bijol è affidabile e concreto, Solet è davvero forte, di un livello importante con caratteristiche da top club. I due sono quindi in sintonia, mentre Kristensen è quello che soffre di più, non essendo un terzino di spinta. A sinistra l’esterno mancino fa il suo compito, specie Kamara».

Ritiene che Solet ecceda palla al piede in fase d’impostazione con l’avversario addosso?

«No. È vero che volte sembra scherzare con l’avversario, ma quella che può passare come un’arroganza, in realtà è un punto di forza dettato dalla convinzione e dallo strapotere fisico che ha evidenziato anche in più di qualche sortita offensiva fatta con una facilità estrema».

Per il francese, così come per Bijol, soffiano forte i venti di mercato.

«Sarebbe un bel problema perderli entrambi, ma fasciarsi la testa pensando alle cessioni è sempre sconveniente, specialmente adesso che la squadra può superare i cinquanta punti. Ci sarà tempo e modo, e poi bisogna ricordare che il mercato è sempre imprevedibile nei suoi risvolti in cui bisogna coniugare gli interessi di società e calciatori».

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