Udinese, il pareggio arriva anche in amichevole

La vittoria sfugge anche nel test in Croazia con il Rijeka. Thauvin fa l’assist per Zarraga, nel finale sbaglia due gol

Pietro Oleotto
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Contro la “pareggite” una vittoria – seppur in amichevole allo Stadion Rujevica di Fiume – non sarebbe stata male. In definitiva durante la sosta di campionato i test sui fanno anche per rigenerare il morale, oltre che per curare la preparazione fisica e provare gli schemi.

E mister Andrea Sottil ha fatto vedere che sta lavorando anche su qualche piccola alchimia tattica contro il Rijeka, capolista in Croazia, là dove complicato infilarsi tra Hajduk Spalato (seconda) e Dinamo Zagabria (terza).

Insomma, il valore dell’avversaria non era degna di una televendita di materassi del mitico “piazzista” Mastrota, tutt’altro, anche se il livello della serie A, assaggiata a più riprese dal più illustre dei “fiumani”, l’ex juventino Marko Pjaca, è decisamente più alto.

Ecco perché ci si aspettava qualche impennata di più da parte dell’Udinese che era comunque ritoccata dalle convocazioni delle nazionali: Bijol, Lovric e Samardzic non si possono “regalare” a cuor leggero.

Oltre a questi tre Sottil ha deciso di rinunciare anche a Walace, Kamara e Payero, nel quadro di una “sosta rigenerante”. In motivo in più per vedere all’opera da titolari Pereyra (che deve mettere minuti nelle gambe), Zemura e l’altro Camara, Etienne, rigorosamente con la “C” e da non confondere col mancino Hassane.

Ebbene, 20enne il francese da regista è davvero interessante. Ai suoi fianchi da una parte il redivivo Oier Zarraga, il basco finito nelle retrovie dopo un esordio (e un errore) da incubo contro la Juventus, dall’altra Domingos Quina, che nelle giovanili del Portogallo era un mezzo fenomeno e che nel Watford non ha confermato le premesse.

Sabato in Croazia si è capito perché. Ha facilità di inserimento, tecnica, ma se date un’occhiata al gol del pareggio del Rijeka segnato da Pasalic – Marco, non l’atalantino Mario – capirete che le chiusure non sono il suo forte: il sinistro “a giro” dell’attaccante è da applausi, ma l’ha caricato con tutta calma dopo aver scherzato Quina.

Così l’Udinese ha perso il vantaggio di Zarraga, arrivato grazie a una pregevole assistenza di Florian Thuavin, schierato in attacco in coppia con un Isaac Success ancora deludente, anche se l’arbitro Marin Rozman (il peggiore in campo) avrebbe potuto concedergli un calcio di rigore a pochi minuti dall’intervallo, visto che il centrale Radeljic l’ha letteralmente affondato in area.

Il problema è un altro: il nigeriano non è ancora brillante e si innervosisce, tanto che dal litigio col suo marcatore, dopo la prima mezz’ora, l’amichevole si incattivisce, portando alle ammonizioni, per Camara, Kabasele e quindi per Pereyra e Nehuen Perez (che nel finale sarà espulso).

Le mosse tattiche? Sottil ha voluto rivedere Joao Ferreira in difesa, come negli ultimi dieci minuti col Genoa, sul centro-destra con Pereyra sulla fascia, mentre a sinistra la “catena” era composta da Kabasele e Zemura. Un esperimento da valutare attentamente, visto che con poco l’Udinese poteva passare dal tradizionale 3-5-2 a un 4-1-3-2, con il “Tucu” più accentrato a centrocampo e Camara a fare da schermo.

A proposito di tradizioni, quelle da dimenticare prima possibile, nel finale, dopo l’ora di gioco, i bianconeri si sono divorati due gol, entrambi con Thauvin, che prima ha sprecato un suggerimento di Pereyra col destro e poi ha centrato il palo con il piede preferito.

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