Udinese e Gotti: niente sfida da ex

Dopo Cioffi, esonerato alla settima giornata, anche il tecnico di Contarina domenica non tornerà al Friuli da avversario. De Paul, Fofana e Molina uomini mercato anche grazie a lui

Massimo Meroi

Dopo Cioffi, Gotti. Nessuno degli ultimi due allenatori che hanno guidato l’Udinese nelle ultime tre stagioni ha avuto l’occasione di tornare allo stadio Friuli indossando i panni dell’ex.

Entrambi sono stati esonerati: il primo a inizio stagione (fatale la sconfitta di Salerno arrivata subito dopo quella con l’Udinese), il secondo all’inizio della scorsa settimana assieme al preparatore atletico Gianni Brignardello e al vice Stefano Daniel.

DUE FAZIONI

C’è chi ci ha ricamato su facendo anche della facile ironia sul destino dei due ex, e chi invece non nasconde il proprio dispiacere per un epilogo che non meritavano.

Non è una novità che i due si siano lasciati male con l’Udinese, in particolare Cioffi accusato di “alto tradimento” per non aver voluto rinnovare – a condizioni che il diretto interessato ha sempre considerato troppo basse dal punto di vista economico e non solo – il contratto con i Pozzo che appena sei mesi prima gli avevano consegnato una panchina di serie A per succedere proprio a Gotti.

Diverso il discorso dell’ormai ex tecnico dello Spezia. Dopo una stagione e mezza di alti e bassi, ma anche con una rosa decisamente poco competitiva (disputare l’intero girone di ritorno con Llorente e Okaka uniche punte non è il massimo della vita) le due parti avevano deciso di andare avanti senza essere troppo convinte. E infatti a dicembre ecco un esonero quasi fisiologico.

GINO E GLI ALTRI

Gotti, non è un mistero, era stimato da Gino Pozzo, molto meno da altri membri del club: non piaceva la sua calma, la sua pacatezza.

Troppo “sfinge”, meglio un urlatore, uno che si facesse sentire. I suoi estimatori, invece, sostengono che non si è mai potuto giudicare il suo lavoro perché mai messo nelle condizioni di operare in serenità e con la fiducia di tutta la proprietà.

La maggior parte del tifo era con lui e glielo faceva capire quando lo incrociava per strada. Gotti, da persona intelligente qual era, aveva capito bene in che tipo di piazza era capitato e non a caso pochi giorni dopo l’esonero aveva comprato una pagina del Messaggero Veneto per ringraziare i friulani.

Un messaggio articolato, forte, sentito ma che in società non era piaciuto. I suoi detrattori l’avevano accusato di ruffianeria, sbagliando o comunque esagerando e andando oltre le righe.

NUMERI

Poi, come sempre, in tutte le attività e in tutte le professioni contano i fatti. Gotti si è seduto sulla panchina dell’Udinese 87 volte: 25 le vittorie, altrettanti i pareggi 37 le sconfitte.

Un po’ troppe, non c’è che dire, specialmente alla fine della seconda stagione. La media punti è stata di 1,15, da minimo sindacale, salvezza risicata o giù di lì.

Con lui, va però ricordato, De Paul è cresciuto in maniera esponenziale arrivando in Nazionale; lo stesso Fofana nei primi mesi della sua gestione è esploso.

Dopo un girone d’andata ha consegnato una maglia da titolare a Molina. Insomma, qualcosa anche grazie a lui l’Udinese ha incassato.

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