Udinese altro pari, ma Sottil ha la fiducia della società

Il tecnico: «La proprietà l’ha fatta trasparire, io mi confronto tutti i giorni». Poi la sosta: «Servirà per principi di gioco e condizione fisica»

Pietro Oleotto

«Io mi confronto tutti i giorni con la società che ha fatto trasparire al sottoscritto e ai miei collaboratori tutta la fiducia di cui abbiamo bisogno».

Andrea Sottil la spazza, come quando giocava la mette in fallo laterale stimolato sull’argomento delicato, quello della conferma su una panchina che, dopo cinque punti nelle prime otto giornate, non può non essere per lo meno “a bagnomaria”.

È chiaro che, lasciando il ventre dello stadio Castellani, il tecnico bianconero non si senta in discussione. Sta pensando alla sosta, a una squadra da migliorare sotto diversi aspetti.

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L’analisi

«Nel primo tempo abbiamo fatto bene, abbiamo creato delle buone occasioni, anche se poi non siamo riusciti a concretizzarle, nel secondo per tutta una serie di fattori siamo calati». Insomma, la ripresa non è stata un’esibizione senza sbavature, tutt’altro.

E il tecnico cerca di spiegare i perché: «Era una partita difficile da gestire, forse è subentrata un po’ di paura, di ansia. Qualcuno poi non è ancora nella condizione fisica ottimale, ma sappiamo dove dobbiamo lavorare ed è un peccato che adesso qualcuno debba andare via il nazionale, perché si poteva approfittare di questa sosta».

Sulla sua agenda ci sono degli argomenti sottolineati con la matita rossa: «Bisogna fare dei passi in avanti sui principi di gioco e sulla condizione fisica, anche se la squadra ha lottato fino alla fine».

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Un momento della partita Empoli-Udinese (Foto Petrussi)

I risvolti

Fin qui i problemi del campo. Ma bisogna anche scandagliare l’aspetto psicologico per cercare di capire il momento dell’Udinese.

«La vittoria è l’unica medicina per farti giocare in modo più disinvolto. Noi abbiamo perso con la Juventus nella gara d’esordio, contro la Fiorentina, immeritatamente, e col Napoli, contro le diretti concorrenti non abbiamo perso, anche se erano quelle le partite nelle quali dovevamo fare gol. Se non lo fai non vinci, stiamo pagando questo.

E quando non fai gol vieni assalito dalla classica sensazione del braccino corto», racconta ancora Sottil facendo capire perché a volte l’Udinese non riesca a rischiare la giocata al momento giusto.

La fiducia

Da qui alla panchina bollente il passo è breve. «Dobbiamo soltanto lavorare, siamo sulla strada giusta».

Al Watford Gino Pozzo ha dato forza alla guida tecnica prolungando il contratto all’allenatore nonostante il quart’ultimo posto. «Io mi confronto tutti i giorni con la società che ha fatto trasparire al sottoscritto e ai miei collaboratori tutta la fiducia di cui abbiamo bisogno». Argomento chiuso. Sottil pensa alla sosta e rimpiange gli assenti, anche se esagera un po’. «Ci mancano sei titolari».

E tra questi mette Ebosse, oltre a Deulofeu, Brenner, Davis, Masina ed Ehizibue. È questa l’Udinese che ha in testa. Chissà mai se riuscirà ad allenarla.

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