Turrin torna a “casa” «Grazie Pordenone, ma voglio i tre punti»

PORDENONE. Da avversario, per la prima volta, torna uno dei pochi giocatori professionisti sinora usciti dal vivaio del Pordenone. Si tratta di Alessandro Turrin, sanvitese, classe 1998, professione portiere del Forlì.
Uscito dal settore giovanile neroverde a 14 anni, si è fatto le ossa all’Atalanta sino a debuttare in prima squadra in un’amichevole.
Da questa stagione è in Romagna: a Pordenone è molto legato ma venerdì, nel suo “debutto” al Bottecchia, non farà sconti. «Un giorno mi piacerebbe tornare – dice –. Però prima mi prendo i tre punti».
Turrin, prima stagione da professionista. Come sta andando?
«Bene, a livello personale e di gruppo. Dopo qualche difficoltà iniziale ci siamo ripresi e stiamo andando forte. Non abbiamo passato bei momenti, ma adesso abbiamo trovato la quadratura del cerchio e siamo diventati una squadra. Non siamo più gli stessi di inizio stagione. Prima eravamo poco fortunati, ma anche poco cattivi in alcuni momenti della partita: la storia ora è diversa».
Il Forlì ha battuto Venezia e Reggiana. Ora vuole superare il Pordenone, per mettere ko così le prime tre della classe?
«È il nostro obiettivo. Adesso siamo in palla fisicamente e psicologicamente. Il mister (Massimo Gadda, ndr) è stato bravo a gestire il periodo iniziale, fatto di sconfitte, e a crederci sempre. Poi ha cambiato modulo, passando dal 4-3-3 al 4-3-1-2: con il “rombo” abbiamo iniziato a fare risultati, battendo anche queste big».
Partito da Pordenone, da adolescente, affronta ora la squadra della sua città al Bottecchia: che effetto le farà?
«Sarà emozionante. Non ho mai giocato in via Stadio, se non per qualche partita, ma del settore giovanile. Venerdì sarà diverso. Ci saranno tanti amici a vedermi, la mia ragazza, i miei genitori: il legame con la mia terra è forte. E anche col Pordenone: se sono qui è anche grazie ai neroverdi, agli allenatori che ho avuto nel vivaio, come Massimiliano Sellan».
Un giorno le piacerebbe tornare da dove è partito?
«Ora sono un giocatore del Forlì e cerco di fare il massimo per questo club che ha creduto in me. Però sì, certo, mi piacerebbe. Fare il professionista a casa è un’opportunità che prenderei al volo. Ripeto, a casa ho tutti gli affetti e il Pordenone lo seguo sempre con affetto e curiosità».
Troverà una squadra arrabbiata: un punto nelle ultime due gare: teme i ramarri?
«Anche noi abbiamo grandi motivazioni. Abbiamo lasciato l’ultimo posto e non vogliamo certo fermarci qui. Il nostro obiettivo è la salvezza, che passa anche per i punti che possiamo prendere su un campo difficile come quello del Bottecchia. Dico che il mio cuore è anche neroverde, ma venerdì darò più del cento per cento».
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