Stadio inadeguato Ora il Pordenone bussa a Portogruaro

I lavori da fare al Bottecchia bloccati dal patto di stabilità Probabile che le prime gare stagionali si giochino al Mecchia

PORDENONE. Questione stadio, il Pordenone bussa ai “cugini” del Portogruaro. E’ il “Mecchia” quello individuato dai ramarri nel caso in cui l’adeguamento non sia concluso entro l’inizio della stagione di serie C. Ieri mattina una delegazione neroverde si è recata in riva al Lemene per chiedere ospitalità. Il sindaco del comune, Antonio Bertoncello, si è detto disponibile. C’è un problema da risolvere, però: la Lega Pro normalmente non ammette “migrazioni verso” stadi fuori dalla regione di “residenza” del club. Serve una deroga. Anche se il Pordenone, in questo momento, conta di chiudere i lavori necessari all’agibilità entro la fine di agosto.

Miglioramenti. Cosa serve, di fatto, per avere l’impianto a norma? Sono diversi gli interventi da fare. Alcuni immediati: la creazione della stampa, per esempio. Basta un prefabbricato. E il Comune l’ha già messo a disposizione del club. Un altro – e qui sta il problema – è oneroso. Si tratta dell’impianto di videosorveglianza, il cui investimento ammonta a oltre 100 mila euro: si deve installare una struttura fissa, a fianco dell’entrata del velodromo, e in una serie di telecamere lungo il perimetro dello stadio. Tuttavia al momento il Comune non potrebbe stanziare questa cifra, considerate le limitazioni imposte dal patto di stabilità. La speranza è che la trattativa Stato-Regioni possa sbloccare la situazione, e pure in tempi brevi.

Ospitalità. Quindi, se la situazione non si sblocca e i lavori non vengono effettuati, il Pordenone deve emigrare in un altro stadio. Il Mecchia, appunto, assolutamente a norma, ristrutturato per la serie B nel 2010 per il club granata. Per l’amministrazione di Portogruaro non c’è alcun problema, anzi: si andrebbe anche a rifare il manto erboso, attualmente in pessime condizioni. Il Comune veneto ci guadagnerebbe. Bisogna però ottenere la deroga da parte della Lega Pro. La serie C, in caso di spostamenti, impone di stare all’interno dei confini della propria regione. Ci sarebbero gli stadi di Udine e Trieste, ma il Pordenone non vorrebbe spostarsi in alcuna di queste due sedi: avrebbe certamente meno tifosi al seguito rispetto a Portogruaro. Il presidente Macalli e i suoi uomini chiuderanno un occhio? Ancora non si sa, sono alle prese con altri problemi. Intanto, il Pordenone inserisce il velodromo veneziano come stadio di riserva nel documento da inviare alla Lega Pro entro il 20 giugno.

Speranza. Era necessario questo piano “B”, anche perché i tempi sono stretti e la nuova categoria non ammette distrazioni o ritardi. La speranza è che i lavori al Bottecchia possano essere finanziati e comincino al più presto. E magari che siano conclusi entro l’inizio della stagione 2014-2015. Sognare non costa nulla.

Alberto Bertolotto

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