Solita Udinese, non segna mai Velazquez è al passo d’addio

Venti tiri in porta, un rigore sbagliato: l’Empoli vince 2-1 e l’allenatore spagnolo nelle prossime ore verrà sostituito
Empoli 11 Novembre 2018. Calcio Serie A. Empoli-Udinese. Foto Petrussi
Empoli 11 Novembre 2018. Calcio Serie A. Empoli-Udinese. Foto Petrussi

inviato a empoli

«Desperados». Quello striscione dello stadio Castellani, dietro al quale i tifosi dell’Empoli hanno fatto festa due volte ieri, è stato quanto meno premonitore: disperati. I tifosi dell’Udinese che hanno raggiunto la Toscana e che, alla fine della sfida salvezza, hanno chiesto alla squadra di onorare la maglia. Julio Velazquez che oggi rischia di tornarsene nella sua Salamanca per fare spazio al connazionale Quique Sanchez Flores, dopo una partita persa nonostante 19 tiri verso la porta avversaria, una traversa, un rigore sbagliato.

Una domenica surrealista, l’ha definita il tecnico spagnolo rendendo omaggio al geniale conterraneo, Salvador Dalì, famoso tra l’altro per gli orologi liquefatti, gli stessi che scandiscono il tempo esaurito per un allenatore che ha dato un gioco ai bianconeri ma paga l’assenza di un vero bomber. Con un attaccante di vaglia – lasciamo stare la scommessa Teodorczyk, un terno al lotto come Felipe Vizeu o, in passato, Riad Bajic – adesso l’Udinese avrebbe sei-sette punti di più. Sono anni che il centravanti viene “cannato”, Kevin Lasagna anche ieri ha dimostrato di essere un buon attaccante di movimento, ma non un killer d’area, da dove ha sbagliato almeno due reti facili facili nel primo tempo.

Adesso è chiaro che, al di là del momento di riflessione annunciato da Daniele Pradè, Velazquez sia ormai sulla graticola. Anzi, fritto, visto che al quartier generale di Londra-Watford i nomi dei possibili sostituti stanno volteggiando come stormi di gabbiani in cerca dei un prezioso boccone. Questione di tempo, si dice. Il popolo bianconero l’ha capito, sa che le porte girevoli della panchina bianconera sono ben oliate: nell’arco di poco più di due anni solari si sono alternati cinque tecnici, il sesto è in arrivo e molti vorrebbero che fosse Francesco Guidolin, con il quale il club ha vissuto gli ultimi fasti europei. Allora però il buon Guido aveva in squadra un Di Natale che adesso tornerebbe utile anche con qualche chilo in più e le infradito ai piedi. San Totò, dove sei?

Chi sostituirà Velazquez dovrà necessariamente fare i conti con l’assenza di una punta di spessore, visto che per il resto lo spagnolo ha dato all’Udinese gioco e meccanismi, seppur dopo essere passato attraverso delle partite flop, a livello di prestazione. Ieri, invece, i bianconeri hanno menato le danze per gran parte del 90 minuti. 13 corner contro 4, 64% di possesso palla, +9 tra i tiri fatti e quelli subiti. Tutti numeri che contribuiscono a ingarbugliare la situazione. Al Castellani, dopo mezz’ora, Lasagna si era già divorato due gol (uno solo davanti al portiere, l’altro in contropiede centrando la traversa), Provedel, il portiere pordenonese dei toscani (con un passato in bianconero), aveva già disinnescato un diagonale di Stryger Larsen diretto al “sette”.

L’Empoli? Due tiri (o quasi), due gol, a cavallo dell’intervallo, con la complicità di uno Samir decisamente sottotono. Forse non è un caso che, al di là delle botte ricevute, sia stato lui il difensore scelto da Velazquez per lasciare il posto a Machis e dare più gas all’attacco bianconero. Per prendere un rigore (atterramento di Lasagna sanzionato dal Var, come ha fatto capire ai giocatori l’arbitro triestino Giacomelli) e sbagliarlo. Per vivere con la speranza in tasca fino all’ultimo dei cinque minuti di recupero dopo il gol della bandiera di Pussetto. Non è servito alla classifica, spietata, perché il calcio è uno sport dove contano i gol, le vittorie, non una gara di tuffi o di ginnastica artistica, a voti: l’Udinese è terzultima con l’Empoli e si prepara a sostituire Velazquez. —



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