Selva al rientro dopo il caso-doping

MANIAGO. Squalificata per un mese per negligenza. La campionessa italiana master woman 2 di ciclocross, la maniaghese Chiara Selva, è stata squalificata dalla procura nazionale antidoping fino al 18 agosto. È la stessa 33nne dello Spezzotto bike team a rendere nota la squalifica «per fare chiarezza e per mettere a tacere preventivamente le male lingue».
Dopo la stagione del ciclocross, Chiara ha proseguito l’attività sportiva nella mountain bike continuando a cogliere lusinghieri risultati. Il 30 giugno ha partecipato al Gran premio Città di Conegliano, prestigiosa gara di cross country nella cittadina trevigiana. Al termine Selva si è sottoposta al controllo antidoping. «Soffro di asma e di numerose allergie dalla nascita – spiega Chiara –. Come sempre ho spedito il certificato medico che denuncia le mie condizioni di salute e la necessità, su prescrizione dell’allergologo, di utilizzare alcuni medicinali considerati dopanti per soggetti sani. Al momento del controllo ho fatto notare al medico l’uso da parte mia del Bricanyl, un comune inalatore, e il medico mi ha rassicurato, avvertendomi addirittura che il prodotto non era più presente nella lista proibita». Cosa non vera ma l’errore di Chiara Selva è stato un altro. «Fino all’anno scorso per gli amatori era necessario denunciare l’uso di un farmaco proibito, dietro prescrizione medica, entro una settimana dall’avvenuto controllo antidoping – racconta Chiara –. Da quest’anno, invece, siamo parificati agli elite e dobbiamo provvedere a inizio stagione. Non lo sapevo così la procura mi ha convocata a Roma». La procura del Coni ha compreso la buona fede dell’atleta, sospendendola però per negligenza e condannandola al pagamento di 200 euro di multa, rilevando «comunque un moderato grado di consapevolezza e negligenza»
Chiara Selva rientrerà domenica 18 agosto a Graz (Austria) nel campionato europeo marathon.
Giacinto Bevilacqua
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