Sci, Federica e Sofia: giganti a confronto

CORTINA. Il sorpasso perpetrato nottetempo, nel bel mezzo di una bufera, ha riportato in copertina l'antico dualismo tra le regine delle neve azzurra: Federica Brignone da una parte, Sofia Goggia dall'altra.
Il doppio successo dai caratteri leggendari conseguito dalla valdostana a Mont Tremblant non solo le ha permesso di scavalcare la bergamasca nella speciale classifica delle sciatrici italiane più vincenti di sempre in Coppa del mondo, ma contestualmente ha rinfocolato quel parallelismo di cui gli appassionati di sport nostrano non riescono proprio a fare a meno.
Novelle Coppi e Bartali, Rivera e Mazzola, Panatta e Pietrangeli, Vale Rossi e Max Biaggi. Il palmares di Federica Brignone oggi dice 23, quello della Goggia è fermo a quota 22.
Numeri, dietro i quali si celano storie di sport e di vita quotidiana molto diverse tra loro. Non è un azzardo dire diametralmente opposte.
A trentatrè anni suonati, la tigre di La Salle con la doppia vittoria in terra canadese si è guadagnata anche il primato di atleta “più anziana” vincente in Coppa del mondo eppure nell'immaginario collettivo, non solo quello relegato tra i confini nazionali, la più amata dal popolo della neve resta, per distacco, Sofia Goggia.
Un’escalation a suon di like deflagrata nel 2018 con la conquista dell'oro olimpico a Pyeongchang. Carattere fumantino, grinta da vendere, esposizione social ben miscelata a una vita privata su cui di lei sempre poco o nulla si sa, rovinose cadute a cui hanno fatto seguito straordinarie vittorie e viceversa.
È con questi ingredienti, armonicamente mixati con i successi in pista, che la Sofi si è guadagnata i galloni di atleta di punta non solo dello sci ma di tutto lo sport italiano. Anche se i risultati e le relative classifiche dicevano e dicono Federica Brignone.
Che dal canto suo incarna lo status della sportiva più intransigente, concentrata sui risultati a discapito della mondanità. Questione di caratteri, con un unico comune denominatore: quella grinta che le ha rese vincenti. Spigolature che sono valse anche momenti di tensione.
C’è Cortina sullo sfondo di una delle pagine più controverse del rapporto professionale Goggia-Brignone.
Ai Mondiali di Cortina 2021 ampiamente condizionati dal lockdown, arriva il giorno della combinata femminile. È il 15 febbraio quando alla finish area di Rumerlo si presenta a sorpresa, accolta con una star Sofia Goggia.
È in veste di spettatrice suo malgrado, ha dovuto dire addio ai sogni mondiali per un infortunio subito a Garmisch in circostanze tanto banali quanto beffarde.
La favorita per la medaglia d'oro quel giorno è Federica Brignone, che parte col pettorale numero uno ma esce alla terza porta, praticamente al “pronti via”.
Ha subito la pressione generata inconsciamente dalla presenza all’arrivo della Goggia, si disse. Tesi complottistica in perfetto stile "made in Italy" presto smentita. Un anno dopo, a riscaldare gli animi ci pensò Maria Rosa Quario, in arte Ninna, anima della valanga rosa e mamma di Federica Brignone.
Le sue parole a proposito dell’ennesimo infortunio della Goggia generarono un putiferio, profferite all'indomani della vittoria della medaglia d'argento alle Olimpiadi di Pechino della bergamasca. Questioni di visibilità al centro dello scontro.
Visibilità che periodicamente torna in auge, rinvigorita dal successo dell'una o dell'altra a dispetto dei numeri, delle classifiche e dell’indiscusso valore delle “contendenti”. —
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