Scala lo Zoncolan con una Graziella: «Cimolai e De Marchi fate come me»

Una volta li chiamavano gregari, ora guai a farlo perché dietro un aiutante dei capitani spesso nel ciclismo si nascondono personaggi dalle mille risorse, anche dopo aver appeso la bici al chiodo. È il caso di Alan Marangoni, 36 anni romagnolo. Diventato negli ultimi giorni popolarissimo in rete per aver compiuto una vera e propria impresa: scalare lo Zoncolan, la salita più dura d’Europa, quella dalle pendenze impossibili anche oltre il 20 per centro spalmate in più di dieci chilometri con una...Graziella. Sì, forse la bici da donna più famosa al mondo, con quelle ruotine piccole piccole, il manubrio e il telaio pesantissimo, oltre 15 km e pure pieghevole, che è quanto meno adatto si possa “cavalcare” per affrontare il Kaiser.
È nato tutto un anno e mezzo fa per gioco. A raccontarlo è lo stesso ex corriddori professionista di Bardiani, Liquigas, Cannondale e Nippo Fantini, una sola corsa vinta in carriera, la sua ultima da pro, il Tour di Okinawa. «La Graziella? Il giorno dell’esordio del canale Youtube Gcn, interamente dedicato al sito e del quale sono uno dei soci, per gioco è nata questa scommessa che il 13 luglio ho mantenuto». In rete potete trovare tutto, la partenza dall’arco di Ovaro, la sofferenza, un paio di soste tecniche perché il manubrio si era abbassato e altro e l’arrivo trionfale in una giornata meteorologicamente splendida che rende onore alla Carnia.
«È semplice: ho fatto molta più fatica di quando ho affrontato lo Zoncolan al Giro d’Italia in gara perché in quelle tre occasioni almeno c’era la gente ad applaudirmi, incitarmi e pure a...spingermi. Qui invece è stata una splendida sofferenza, e riesco a pedalare per 5-5 mila chilometri l’anno da quando ho smesso». I rapporti, i rapporti avrebbe chiesto il mitico Adriano De Zan. Alan spiega: «Rapporto unico, un 34x22 che corrisponde in realtà a un 33 dietro per le ruotine piccole.
Problemi? La posizione in sella sicuramente, la posizione in sella è particolare, anche se avevo montato i pedali da gara sono stato presto preso da dolori lancinanti ovunque. Infiniti tratti a zig-zag». Ma la soddisfazione è stata grande. E, visto il successo in rete che sta avendo il video, il ritorno d’immagine dello Zoncolan notevolissimo. Il rapporto con il “mostro” in gara? Marangoni ricorda: «La prima volta fu nel 2010 alla Bardiani il giorno dell’impresa di Basso, poi l’anno successivo ero alla Liquigas il giorno dell’annullamento del Crostis e della grande gara contro Contador del mio capitano Nibali. Ultima volta nel 2014. Poi la Graziella...». Ha corso in squadra con i friulani Davide Cimolai e Alessandro De Marchi e proprio a loro Marangoni dedica il finale con un invito, da non rifiutare ovviamente: «Davide e Ale dai, se vincete una tappa al Tour salite anche voi con la Graziella il Kaiser, io vi prometto vengo a girarvi il video!».
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