Rugby, il friulano Sironi è l’uomo scudetto: terzo trionfo con Rovigo
Classe 1995, ha giocato in A con la rugby Udine. «Una grande vittoria e a fine mese il bis: diventerò padre»

Il rugbista friulano Stefano Sironi vince con il suo Rugby Rovigo il terzo scudetto della sua carriera; in questa stagione, poi, ha anche vinto la Coppa Italia, bissando così il successo ottenuto nel 2020. Classe 1995, nasce rugbisticamente parlando, nelle file della Leonorso Rugby Udine, passa poi alla Rugby Udine in serie A, al Valsugana Rugby Padova nell'allora Top 12 e, dal 2019, milita nelle fila della compagine rodigina in serie A Elite. Di professione seconda/terza linea è un giocatore carismatico, leader in mezzo al campo, un vero e proprio trascinatore. Oltre al rugby Stefano ha anche conseguito la Laurea triennale in Astronomia all’Università di Padova e, attualmente, sta portando avanti quella magistrale in Astrophysics and Cosmology, dimostrando così come lo sport d’alto livello e lo studio possano essere un connubio affrontabile e vincente.
Stefano, come ha vissuto questo terzo successo? La svolta è arrivata in semifinale dove, davanti al pubblico di casa dello stadio Battaglini, avete superato i rivali, sportivamente parlando, di sempre del Petrarca Rugby Padova.
«Questa vittoria parte sicuramente da lontano. Abbiamo lavorato tanto come squadra, affrontando una gara alla volta, senza tirarci mai indietro. Si tratta sicuramente di un grande risultato sportivo e, personalmente, di una grande soddisfazione. Uno scudetto è sempre un grande traguardo. In questa stagione, poi, l’abbiamo costruito in maniera impeccabile. La finale con il Rugby Viadana non era scontata, considerato poi il dominio in campionato della squadra viadanese».
Per lei è lo scudetto numero tre. Dove vuole arrivare?
«Ogni vittoria ha un sapore a sé stante. Giocare per il Rugby Rovigo ti riempie di responsabilità, è una delle piazze storiche del rugby italiano, ma ti dà tantissimo indietro. In tema di affetto della città, della grande serietà della società e degli stimoli che vengono dati stagione dopo stagione. Poi, personalmente, sono entrato in questa famiglia che mi ha accolto e fatto crescere, come persona e come rugbista, quindi mi pare doveroso restituire il meglio che posso a livello generale, affrontando una gara alla volta, un allenamento alla volta».
Suo papà Riccardo ha un passato in serie A negli anni Ottanta e Novanta, e suo nonno è stato un grande uomo di rugby, dirigente FIR, vicepresidente del Comitato Laziale, sua mamma è il presidente dell’Overbugline Codroipo Rugby, una delle realtà più floride del panorama ovale giovanile regionale e i suoi cugini, dopo il rugby giocato, sono tutti diventati arbitri di livello. Quanto ha influito crescere in una famiglia di sportivi?
«Lo sport è stato da sempre parte integrante della mia vita. La mia famiglia, poi, mi ha sempre supportato, aiutato nelle scelte e sostenuto nei momenti difficili. Non posso che ringraziarli e, se sono arrivato a ottenere questi risultati sportivi, lo devo sicuramente anche al contesto in cui sono cresciuto e mi sono formato».
Guardando al futuro dove si vede?
«Sicuramente, nel futuro più vicino, l’avventura più bella sarà la paternità. A fine mese diventerò papà. Poi gli studi, conto di concludere la Laurea Magistrale e poi vorrei rimanere il più possibile nel rugby a questi livelli. A lungo termine la palla ovale scandirà ancora i ritmi delle mie giornate, quello è certo. Con un occhio attento alle stelle e alla mia famiglia».
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